Alla ricerca di Dory

di Andrew Stanton

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    Mi sembra siate stati tutti cattivi con questo cartone xD
    Sarà che non ho mai ritenuto Nemo molto più di un bel cartone, secondo me questo lo batte in tutti i sensi!
    è vero, come dice Annachì, che i personaggi hanno tutti dei "problemi" ma è anche vero che
    a) siamo bene o male in una clinica
    b) è un paragone esagerato tra le disabilità dei pesci e i nostri limiti, le nostre insicurezze
    Durante tutto il cartone, nemo ripete al padre che deve avere fiducia nei loro amici e aiutanti ma quello che davvero capiamo, al termine del film, è che la fiducia degli altri non è importante come la fiducia che noi abbiamo in noi stessi! L'ecolocalizzatore di bailey comincia a funzionare davvero solo quando lui inizia a credere nelle sue capacità!
    Il senso di angoscia e tristezza è onnipresente, ci sentiamo spersi come dory, come se nella vita cercassimo sempre qualcosa che non riusciamo bene a focalizzare (per la pesciolina i genitori, dei quali in principio non ricorda nulla se non che, logicamente, devono esistere), i flash di ricordi sono piacevoli ma dolorosi, come se la felicità potesse essere dietro l'angolo ma le sfuggisse dalle pinne ogni volta. Quella stessa felicità, che lei credeva avrebbe trovato nel padiglione alto mare, è una bella similitudine della vita: spesso perseguiamo un obiettivo, convinti che raggiunto quello saremo felici, soddisfatti e in pace con noi stessi e, una volta raggiunto ci accorgiamo che non era che un modo per dare un senso ai giorni e che la felicità è in noi stessi.
    L'apoteosi della malinconia del film è nella scena in cui lei si ritrova sola con intorno null'altro che acqua e sabbia (mi piace la sabbia, è sguisciosa) e comincia a vedere le conchiglie: in quel momento il punto di vista si sdoppia, cominciamo a "vivere" gli anni di questa coppia che ha perso la sua unica figlia, che non sapendo che altro fare è rimasta in attesa, col cuore sospeso, continuando a ripetere il solo schema che erano certi dory conoscesse. è per questo che poi riusciamo a comprendere, seppur non condividendolo, il tentativo di non farle far nulla e di trattenerla dal salvare i suoi amici.
    Un altro parallelo importante che forse passa in secondo piano è quello di Destiny, convinta di non essere in grado di vivere nell'oceano, finchè non le dicono che nell'oceano non ci sono muri! Per la prima volta le è balenato (:tet:) in mente il dubbio che potesse non essere lei inadatta ma le circostanze! Non esistono giusti e sbagliati assoluti!
    Quello che mi dispiace davvero è non aver approfondito la storia personale di Hank, credo sarebbe interessante...
     
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    Noo ma io non sono stata cattiva T_T

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    i flash di ricordi sono piacevoli ma dolorosi, come se la felicità potesse essere dietro l'angolo ma le sfuggisse dalle pinne ogni volta.Quella stessa felicità, che lei credeva avrebbe trovato nel padiglione alto mare, è una bella similitudine della vita: spesso perseguiamo un obiettivo, convinti che raggiunto quello saremo felici, soddisfatti e in pace con noi stessi e, una volta raggiunto ci accorgiamo che non era che un modo per dare un senso ai giorni e che la felicità è in noi stessi.

    Oddio, è bella come lettura, ma mi sembra un po' forzata applicata al cartone, l'obiettivo della ricerca di Dory rimane sempre e comunque il ricongiungimento familiare, Dory non trova la felicità nell'Alto Mare non perché è arrivata e non è comunque soddisfatta, ma perché fisicamente i genitori non ci sono, quando li incontra ha raggiunto la sua felicità (salvo poi tornare sui suoi passi per aiutare i suoi amici)... Dory è l'emblema della serenità, lei zitta e nuota, fa le cose d’istinto e con il cuore senza pensarci troppo, al massimo Marlin è quello che non crede in lei e che impara grazie a Nemo a fare come lei
    Questo comunque non vuol dire che il viaggio non mette a dura prova Dory e io trovo che sia stato veramente emozionante il modo in cui sono riusciti a comunicare il disagio di lei sola con il suo handicap, che si ritrova completamente allo sbando (quando si ritrova nei tubi e non si ricorda più niente era così angosciante) o di lei che si sente in colpa per non riuscire a ricordare, nonostante gli sforzi, e per aver perso i suoi genitori... il tutto però senza esagerare, ma con una sorta di leggerezza (positivissima), sempre senza perdere di vista l'ottimismo incrollabile della pesciolina, che l'aveva contraddistinta nell'altro cartone... è questo uno degli esempi di rispetto nei confronti delle caratterizzazioni dei personaggi di cui ero rimasta soddisfatta
    Mi sono accorta dai vostri commenti che non avevo pensato al fatto che Dory è un pesciolino "disabile" e questo suo viaggio impossibile per ricordare cose che teoricamente non potrebbe ricordare, fare cose che teoricamente non potrebbe fare, con un po' di aiuto, dà un messaggio assolutamente positivo riguardo alla disabilità
    O comunque all'essere inadeguati ad un contesto che viene considerato normale e che ti fa sentire malato (che è quello che accade con Destiny)

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    L'apoteosi della malinconia del film è nella scena in cui lei si ritrova sola con intorno null'altro che acqua e sabbia (mi piace la sabbia, è sguisciosa) e comincia a vedere le conchiglie: in quel momento il punto di vista si sdoppia, cominciamo a "vivere" gli anni di questa coppia che ha perso la sua unica figlia, che non sapendo che altro fare è rimasta in attesa, col cuore sospeso, continuando a ripetere il solo schema che erano certi dory conoscesse.

    Verissimo!!! Si sdoppia proprio, io in quella scena mi sono commossa perché l'ho vissuta dalla parte dei genitori e tutti quegli anni passati a disporre conchiglie mi hanno fatto un po' morire dentro

    Questo film è tutt'altro che brutto o pieno di spunti, diciamo però che la mia tiepida reazione è perché amo troppo Alla ricerca di Nemo, che per me non è solo un bel cartone, ma un capolavoro nonché un film a cui sono molto legata, un cartone molto profondo, dolce, tenero, un Pixar, che racconta una bella storia con una sceneggiatura perfetta, senza bisogno di strafare con scene spettacolari, gag e macchiette, di vivere di citazioni e riproporre schemi già esistenti. Non che Alla ricerca di Dory sia tutto questo, ma devo dire che sa un po' di già visto, che a tratti è un pochino più bambinesco e che personalmente, mi ha emozionato un po' meno rispetto al primo film, mi ha anche fatto un po' meno ridere.
    Però non so, può darsi che appunto come dicevo non riesco a vedere questo cartone senza paragonarlo al precedente, magari a una seconda visione mi ammorbidirò un po' di più
     
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    Non so...forse attribuisco troppi significati a cose ben più banali; il fatto è che Dory è sempre apparsa come quella che fa le cose senza pensare, quella felice (niente memoria, niente problemi) ma in questo film io le ho visto un'interiorità diversa, lei va avanti così perchè è il suo modo di difendersi, ha paura proprio come tutti gli altri pesci! Lo "zitto e nuota" di Dory è, secondo me, assimilabile al posizionare conchiglie dei suoi, un modo per "non pensare", un rifugio dalla vita vera che fa paura!
    So che in "alto mare" non c'erano i suoi (e quindi logicamente non poteva essere felice di esservi giunta) ma io l'ho preso come un modo semplice di far interiorizzare la metafora...ho proprio colto un lungo cammino verso quel luogo preciso (ad una certa anche i genitori erano passati in secondo piano, era tutto alto mare alto mare) che ha portato poi ad un nulla di fatto!
    Inoltre, ritrovati i genitori, io non le ho visto tutta questa gioia...cioè era si felice di rivederli, che non fossero morti, ma il guadagno più grande è effettivamente stato quello di una ricerca interiore...una ricerca di Dory! Non dei genitori di Dory! Lei trova loro per trovare il suo passato, scoprire chi è realmente e cos'è in grado di fare...
     
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    Mi è piaciuto molto... Per fortuna c'era il polpo che ha ravvivato un po' il film :D
     
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    Bellissimo! L’ho recuperato (credo) due anni fa grazie alla Rai a fine anno, aspetto sempre quel periodo per rivederlo insieme a Nemo <3
     
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