News dal mondo del cinema/serietv

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  1. *Leah
     
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    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

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    Discussione davvero molto interessante e devo dire che, in linea di massima, sono d'accordo con quasi tutto quello che avete detto.

    Partiamo dalla questione Via Col Vento: quoto tutto quello che ha detto erin, ma capisco anche benissimo quello che dice Annachì.
    Pensandoci e vedendo alcune delle manifestazioni estreme di questi ultimi giorni, piuttosto che assistere allo scempio degli estremisti di sinistra che distruggono la pellicola di Via Col Vento gettandola nel Mississipi, allora preferisco di gran lunga che ne facciano uno spiegone storico (che, vista l'ipocrita ignoranza degli Americani, direi che male non farebbe). Quello che trovo assurdo è che però ci sia veramente bisogno di spiegare che un film girato nel 1939 e soprattutto AMBIENTATO nel 1861 in piena Guerra di Secessione possa avere dei riferimenti e delle proiezioni ideologiche razziste. Cioè, sul serio te lo devono spiegare?!?
    Historia magistra vitae, diceva Cicerone, e credo che questo principio sia assolutamente valido ancora adesso: dalla storia bisognerebbe imparare studiandola e conoscendola, non cancellare ciò che non ci piace, facendo finta che non sia mai esistito!

    Questo mi porta a un altro punto della questione BLM sempre legata al mondo dello spettacolo: sono sempre stata in totale disaccordo con l'ipocrita foglia di fico adottata per esempio in Inghilterra, dove c'è l'obbligo di inserire in OGNI produzione televisiva britannica una certa percentuale di attori di colore (nel caso specifico dell'UK africani e indiani, per ovvie ragioni storiche). Ovviamente non sono assolutamente del parere che gli attori di colore debbano essere esclusi o discriminati sul lavoro (ci mancherebbe! Trovo piuttosto assurdo che nel 2020 si possa essere ancora a un livello di ignoranza tale da discriminare qualcuno in base al colore della pelle), ma l'obbligo di inserirli OVUNQUE, anche in produzioni e in ruoli che storicamente non avrebbero MAI potuto ricoprire genera (oltre a una sorta di ingiustizia sociale reverse) anche una confusione storica non da poco che secondo me, alla lunga, si ripercuoterà negativamente anche sulle future generazioni.

    Faccio un paio di esempi, giusto per capire meglio.
    Recentemente ho visto una serie TV britannica, Gangs of London, ambientata ai giorni nostri (2019-2020) incentrata su una rete di criminali che entra in crisi dopo la morte del pater familias di una delle più note famiglie della malavita londinese. Bene, in questa serie la percentuale di attori bianchi è pari se non inferiore a quelli degli attori di colore: abbiamo nigeriani, curdi, pakistani, albanesi, gypsy, asiatici, danesi e, infine, una piccola percentuale di irlandesi (che comunque, fra gli inglesi bianchi, possono essere considerati a pieno diritto una minoranza, visto il modo in cui sono stati storicamente (mal)trattati).
    Su questa serie io non ho assolutamente nulla da dire, in quanto ritengo che sia un'operazione inclusiva su larga scala e soprattutto storicamente accurata, in quanto nella Londra del 2019-2020 è normale che agiscano personaggi di tutte le etnie, perciò la presenza di attori di colore è perfettamente realistica e giustificata dalla trama; per di più i bianchi sono solo cattivi, mentre le persone di colore sono equamente distribuite fra buoni e cattivi, così anche il politically correct viene salvaguardato.

    Stessa cosa vale per Beecham House, un altro telefilm, questa volta in costume, che ho visto qualche tempo fa: qui la gran parte degli attori sono indiani, ma essendo ambientato nell'India precoloniale direi che la presenza accanto agli attori inglesi di tutti questi attori indiani/pakistani è perfettamente giustificata dal contesto storico (la regista stessa ha origini indiane).

    Mi è invece capitato di assistere più volte all'inserimento di personaggi di colore in ruoli e storie in cui è storicamente inverosimili o addirittura impossibili (da Ginevra, moglie di re Artù, in Merlin, alla moglie di Bob Cratchit, il socio di Ebenezer Scrooge in Canto di Natale). Questo genere di operazioni le ritengo profondamente sbagliate anche nell'ottica di istruire le future generazioni sul razzismo: fra qualche decennio i bambini che saranno cresciuti fruendo di tutte queste operazioni commerciali ipocritamente politically correct in cui la regina Ginevra è una sguattera di colore che finisce per sposare il re d'Inghilterra come potranno credere che sia mai storicamente esistito il razzismo?
    Se gente adulta e vaccinata ha davvero BISOGNO che davanti a Via Col Vento venga inserito uno spiegone storico che dica loro che nel 1861 gli Stati Uniti del Sud avevano un'economia fondata principalmente sullo sfruttamento degli schiavi neri, crediamo davvero che i bambini delle prossime generazioni sapranno distinguere fra realtà e fantasia politically correct di tutti questi benpensanti che si lavano le mani del problema assumendo attori di colore (anche magari dove non c'entrano nulla), salvo poi permettere che sui loro set tali attori vengano insultati, discriminati e insultati per il colore della propria pelle (es. Glee).

    Riguardo alla questione della polemica sulla Rowling, mi piacerebbe leggere il suo saggio di risposta alle accuse, qualcuno me lo potrebbe linkare?
    Non conosco le posizioni pregresse della Rowling sulla questione dei transessuali, ma mi sembra di aver letto che la polemica di questi ultimi giorni sia scaturita da un Tweet che la Rowling ha postato in risposta ad un articolo in cui le donne biologiche venivano etichettate come “persone con le mestruazioni”, al che l'autrice ha semplicemente commentato che esiste un termine ben preciso per definire le “persone con le mestruazioni”, ovvero “donne”. Mi sembra che urlare allo scandalo e dare alla Rowling della transfobica per una battuta del genere sia davvero esagerato, anche perché io sono assolutamente d'accordo con il fatto che i transessuali NON siano donne (BIOLOGICAMENTE parlando, non psicologicamente), né mai lo saranno (e ho sentito molti transessuali ammettere serenamente questa cosa, anche perché è un dato di fatto oggettivo, non vedo motivo di scaldarsi tanto). Questo non significa affatto sminuire il doloroso percorso fisico e psicologico che i transessuali hanno dovuto affrontare per il cambio di sesso, ma costatare semplicemente che BIOLOGICAMENTE non sono donne. Ed io, da donna, trovo piuttosto degradante dover essere definita “persona con le mestruazioni” solo perché una minoranza di persone non biologicamente nata donna vuole rivendicare il diritto di essere chiamata con il mio stesso nome comune di persona.
    Quindi mi chiedo in che modo il fatto di affermare che i transessuali non sono donne biologiche si traduca necessariamente con il voler negare diritti ai transessuali.

    A questo punto però urge una precisazione: di quali diritti stiamo parlando?
    Perché qui entriamo in un campo minato, che in alcuni casi sfocia nell'ingiustizia sociale nei confronti delle donne biologiche. Infatti, se si tratta del diritto di avere una dignità sociale e civile, sono assolutamente d'accordo, come sono d'accordo che i transessuali che hanno effettuato il cambio di sesso (specificazione per me necessaria, perché affidare una questione come il genere con tutte le sue implicazioni al solo “sentire” dell'individuo non solo è assurdo, ma anche potenzialmente pericoloso) possano usufruire del bagno delle donne o debbano scontare la propria pena detentiva nei carceri femminili.
    Tuttavia per me ci sono cose che non dovrebbero essere permesse, ad esempio non si dovrebbe permettere alle donne trans di gareggiare a livello agonistico nella categoria femminile, in quanto permettere a donne trans di gareggiare finirebbe per ledere un diritto alle donne biologiche sottraendo loro dei meriti duramente conquistati. Infatti, non essendo BIOLOGICAMENTE donne, le donne trans hanno una costituzione fisica diversa da quella delle donne biologiche che le porterebbe inevitabilmente a battere derubare le donne biologiche di tutti i record sportivi, in quanto gli uomini hanno da sempre stabilito tempi e record diversi da quelli delle donne.
    Stessa cosa per me dovrebbe avvenire per i documenti di identità: non dovrebbe essere permesso alle donne trans che NON abbiano effettuato l'operazione per il cambio di sesso poter scrivere sul proprio documento “sesso: femminile”, visto che tale documento ha anche un valore legale/penale.

    CITAZIONE
    Poi meno legata al mondo dello spettacolo, ma abbastanza alle tematiche sollevate dalla Rowling la questione Crepaldi, non so se l'avete seguita...

    No, qual è la polemica questa volta?

    Comunque, per concludere, mi sento di quotare alyps.

    CITAZIONE
    comunque rispetto la sua opinione e mi fa schifo il mondo di twitter che insulta e spara sentenze alimentando più odio e razzismo di quelli contro cui si scaglia
     
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210 replies since 13/4/2020, 17:23   2591 views
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