Film e Cartoni Animati forum (Walt Disney, Pixar, Dream Works, Studio Ghibli...)

Posts written by ~alyps~

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    Oggi ero in un prato pieno di margherite e mi è venuta in mente "Nel mio mondo ideal". E Oreste <3

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    Io sono entrata giusto per dire che una delle pochissime cose che ho visto (e che mi è piaciuta tantissimo) è stata l'esibizione di Ryan Gosling :love: l'ho adorata dall'inizio alla fine, favoloso l'omaggio Gli uomini preferiscono le bionde!

    Contentissima per tutti i premi vinti da Povere creature... sapete che non sono una grande fan di Oppenheimer, ma sono una grande fan di Nolan e Oppenheimer probabilmente è il suo film che mi è piaciuto meno...

    Voglio vedere questo: The Holdovers – Lezioni di vita

    Contenta per La zona d'interesse... ecco, ho visto anche il discorso di accettazione di Jonathan Glazer, che ha avuto il coraggio, nonostante gli tremassero le mani tutto il tempo, di accostare la disumanizzazione che ha portato all'Olocausto alla situazione in Palestina, ma soprattutto di citare l'occupazione israeliana come origine del conflitto che ha portato sia al 7 ottobre sia alla guerra a Gaza. Ed è tanto, considerando l'attuale indifferenza del mondo dello spettacolo, ma è sempre troppo poco.

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    CITAZIONE
    41. TRAIN DE VIE 10/10

    Ooooh quanto è bello quel film!!!
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    Fantastici :lol: non ascolterò più la versione di Britney Spears
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    Mike Wasowski! :D

    Banalità portami via: Barbie o Oppenheimer?
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    CITAZIONE (erin18 @ 2/3/2024, 17:50) 
    grazie del supporto Renatoponzzo xD

    :lol: :lol: :lol:
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    Dal 2010 li ho visti tutti a parte Sicario, che infatti è nella mia lista di film da vedere. Alcuni di essi sono veri e propri capolavori, Prisoners (che ho adorato), Arrival, Blade Runner 2049 e il primo Dune.
    Il secondo Dune non mi ha convinto, anche La donna che canta, mentre Enemy non mi era proprio piaciuto. La sua regia è proprio maestosa, non c'è che dire... qualche volta a me risulta essere un po' fredda, cosa che in alcuni casi funziona bene, in altri meno.
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    3. LA ZONA D'INTERESSE - film agghiacciante sulla "banalità del male". Piuttosto uguale a se stesso, a parte alcune scene molto spiazzanti e direi anche geniali. Visione poco piacevole, ma sicuramente significativa per ricordare quanto sia disgustosa l'indifferenza di fronte ad uno sterminio. Voto: 8,5/10

    4. DUNE PARTE 2 - questa volta ho avuto un grosso problema con la storia e i personaggi, con i quali non sono riuscita ad empatizzare. Trovo che tutto l'impegno sia profuso nel comparto tecnico, visivo e sonoro, che sono maestosi e mozzafiato, sorvolando però sulla scrittura. Voto: 7,5/10

    5. POVERE CREATURE - ipnotico, assurdo, originalissimo e così ricco di riferimenti e dettagli disturbanti, spiazzanti, grotteschi e surreali che una visione non basta. L'ho visto praticamente a puntate, addormentandomi diverse volte, sia al cinema sia a casa, solo perché sono veramente distrutta (al cinema ero inca** nera), ma nonostante ciò l'ho apprezzato da morire. Voto: 10/10
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    Eh, The Bear mi manca proprio, volevo proporlo per il giovedì-serie, sospeso per impegni temporanei di altri e per il mio sonno implacabile che arriva già alle 22 :ehm:


    Comunque se volete fare il toto Oscar potete farlo qui in maniera informale

    CITAZIONE
    Strano il cambio di titolo(??) Comunque The people president sembra molto interessante, anche perché per me completamente sconosciuta la vicenda !! Chissà se si trova in giro da qualche parte

    Sì, non ho capito perché... non credo sia un documentario diverso...
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    Ahahahahahahahaha

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    Purtroppo per me è un NI. L'ho trovato molto pesante e addirittura mi ha annoiata.
    Questo perché questa saga ha un problema di fondo secondo me che nel primo film emergeva poco, mentre in questo si sente tutto. I personaggi. Non riesco ad empatizzare con i personaggi, perché sono piatti, freddi, si lasciando trascinare meccanicamente dagli eventi. Percepisco sulla carta un conflitto, ma questo viene neutralizzato e spento molto in fretta in più occasioni. Prendiamo Paul ad esempio: ha le visioni e quindi non vuole andare a sud a compiere il suo destino perché sa che scatenerà una guerra santa. Cambia idea e si ritrova a sud in maniera così rapida che a malapena ce ne si accorge. Non solo, beve senza esitazione quel liquido blu che aveva già trasformato e annullato completamente la personalità e volontà di sua madre.
    Altra scena che mi ha lasciato perplessa: Paul deve attraversare il deserto e tornare, ciò viene presentato da Stilgard/Javier Bardem come un'impresa pericolosissima, ci vengono descritte tutte le difficoltà che potrebbe incontrare; Paul si mette in viaggio, scopre che Chani/Zendaya l'ha seguito perché lo vorrebbe aiutare, fanno due passetti sulla sabbia (scena elegantissima per carità, ma è per dire che dura poco) e nella scena dopo c'è uno scontro tra Fremen e Arkonnen, con Paul presente. Quindi quella che avrebbe dovuto essere una prova da superare, un momento di legame con Chani, un momento anche di riconoscimento di Paul al ritorno dalla missione irta di pericoli (di cui non ne abbiamo visto manco uno), è completamente TAGLIATA come se fosse irrilevante.
    Ad un certo punto Paul deve cavalcare un vermone, gli viene detto che si è allenato con Stilgard, ma noi non abbiamo mai visto nulla di questo allenamento. Anche questo a livello di sceneggiatura viene percepito come irrilevante.
    Altro esempio: Paul apprende delle sue origini (momento L'impero colpisce ancora) ed è impassibile.
    Ultimo esempio: scena finale, confronto tra Paul e l'imperatore, viene detta una frase molto forte sul padre di Paul, la reazione di Paul è nulla. In quel frangente dimostra solo di essere trascinato dagli eventi, di accettare serenamente qualunque cosa gli venga detta, di andare incontro al suo destino senza un minimo di sofferenza.
    C'è veramente poco cuore e c'è scarsa attenzione allo sviluppo e caratterizzazione dei personaggi, indipendentemente dal fatto, secondo me, che i personaggi debbano seguire un fato, un destino e siano in balia degli eventi.
    Viceversa, tutta l'attenzione del regista è riversata sul piano visivo e sonoro, e certamente le scene sono spettacolari, sono maestose, ma per me stavolta prevale di più il senso di insoddisfazione per la storia, diversamente dal primo capitolo, che era introduttivo, serviva per ambientare storia e personaggi e quindi questa mancanza si notava ancora poco.
    Non starò dunque a lodare quanto siano state esaltanti certe scene a livello di musica (che io trovo sempre sensazionale, e mi esalta da matti, soprattutto quando parte il grido) e a livello di immagini, anche se ovviamente mi riferisco alla cavalcata dei vermoni, ai duelli/scontri, alle stupende scene nel deserto con i Fremen, sia quelle mistico/religiose, sia i combattimenti, ai bagni di folla. Qualsiasi inquadratura o scena nel deserto mi faceva impazzire.
    Trovo estremamente interessante il connubio deserto- religione- tecnologia avanzatissima. I Fremen sono un popolo che ricorda sicuramente gli Arabi, anche per la questione della guerra santa, e a livello concettuale i popoli oppressi e colonizzati che insorgono e si ribellano, molto più rispettosi della natura, più equilibrati nello sfruttare l'ambiente senza danneggiarlo, ma anche avanzati dal punto di vista tecnologico, abilissimi a sopravvivere in un ambiente ostile. Si riesce quindi ad uscire un po' dallo stereotipo del buon selvaggio e si parteggia per loro di fronte ad un colonizzatore capitalista e distruttore. Però c'è anche la dimensione della fede e della religione che voglio vedere dove andrà a parare.
    Insomma curiosa, ma molto meno rispetto al primo che mi aveva entusiasmata maggiormente.

    Edited by ~alyps~ - 9/3/2024, 07:28
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    Non è un film piacevole da vedere, però è un bel film. Emblematico per illustrare "la banalità del male": quella della famigliola spensierata del comandante di Auschwitz che abita in un piccolo paradiso terrestre davanti al campo di sterminio, riuscendo a scorgere la torre, le baracche, il fumo che si leva dal forno crematorio e riuscendo a sentire le urla, i cani, i rumori inquietanti provenire al di là del muro e del filo spinato.
    È un film molto pesante da vedere, anche se non si vedono le atrocità che si consumano al di là del muro: succede tutto fuori campo. Ma è una scelta registica eccellente, perché immedesima proprio nel punto di vista di questa famiglia, assuefatta all'orrore del proprio "vicino di casa", sempre presente nella colonna sonora (suoni e musica cupa e dissonante) e in secondo piano o sullo sfondo dell'inquadratura. Se non sconvolge però la famiglia, naturalmente per lo spettatore è un elemento costantemente disturbante. Eppure il regista fa di tutto per distrarci con la bellezza del giardino, i momenti di quotidianità famigliare, di festa, di pianto. Lo fa in un modo documentaristico e neutro, senza mai cercare di suscitare direttamente nausea o disgusto, ma lasciando che siano appunto il fuori campo o lo sfondo a produrre questa sensazione. Solo due volte irrompe prepotentemente il disgusto nei personaggi, e solo nel comandante di Auschwitz. Avviene in maniera brusca e inaspettata, e in uno dei casi geniale, perché c'è un susseguirsi, sempre molto freddo, quasi proprio direi da arte contemporanea (mi ha ricordato un'opera della Biennale di Venezia), tra il presente del comandante che ha dei conati di vomito e il momento delle pulizie nel freddissimo museo del campo di Auschwitz.
    Ma le scene che mi sono piaciute di più sono quelle girate tipo a infrarossi, di notte, nei dintorni del campo, con questa ragazza che nasconde le mele dove sa che i prigionieri vanno a lavorare. La poesia e la tensione di queste scene sono pazzesche. Così come stupenda l'idea di far suonare una musica al pianoforte, fatta di suoni dilatati, incerti e struggenti, con il testo nei sottotitoli, perché quelle parole, probabilmente scritte da un prigioniero, non sono mai state pronunciate.
    Insomma una visione poco piacevole, anche per lo più uguale a se stessa, fatta eccezione per rari momenti, ma sicuramente significativa per ricordare quanto sia disgustosa l'indifferenza di fronte ad uno sterminio, al di là di un muro reale e mentale.
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    Ah, questo ho voluto tanto vederlo al Festival di Berlino l'anno scorso perché mi ispirava tantissimo -un thriller che nasce in sala professori!-e ce l'ho fatta (cosa non scontata).
    Mi sono sforzata di non soffermarmi sulla credibilità delle dinamiche scolastiche rappresentate, dalla policy militaresca della scuola alla mossa suicida non tanto di filmare, quanto di usare filmati registrati senza consenso per accusare di furto, indecisa se attribuirle alla realtà tedesca o ad una deformazione funzionale a far emergere tematiche scolastiche in una dimensione di incubo e cupa degenerazione. Le ho motivate con la seconda.
    Non è così semplice leggere le intenzioni del regista perché la protagonista è il personaggio più umano e idealista del film, per certi versi il personaggio positivo, ma anche quello tremendamente ingenuo e in più casi nocivo con il suo comportamento, anche con la buona intenzione di proteggere i suoi alunni. Altrettanto ambigua è la critica all'istituzione scolastica, luogo di abuso di potere da un lato, dall'altro debole nei confronti dei genitori e alunni che si possono coalizzare contro insegnanti dalle migliori intenzioni, debole anche per l'incapacità di dialogare con i ragazzi e tutelare il proprio staff. Meno ambigua invece la critica al clima di razzismo, classiamo e sospetto nei confronti di alunni stranieri.
    Un film in cui tutto è messo in discussione e tutto degenera in una spirale senza uscita mettendo in luce contraddizioni e problematiche in un microcosmo che è quello scolastico, ma che è lo specchio della società; in cui nessuno è privo di colpe e non è mai tutto bianco o nero. Ad accentuare l'ambiguità e lo spaesamento è anche la regia estremamente fredda e asciutta, che però ha una musica martellante in sottofondo che culmina in una visione inquietante verso la fine. Gli attori sono strepitosi, dalla protagonista alla madre di Oskar a tutti i ragazzi, estremamente naturali.
    Ricordo che il finale da una parte mi era piaciuto perché molto potente e d'effetto, dall'altra avrei preferito qualcosa di meno brusco e tagliato con l'accetta, perché secondo me non riusciva veramente a mettere un punto fermo alla vicenda.
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    Povere creature
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    La zona di interesse
    Dune parte II
19755 replies since 29/12/2007
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