La Grande Bellezza

di Paolo Sorrentino

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    Titolo originale: La Grande Bellezza
    Nazione: Italia
    Anno: 2013
    Genere: drammatico
    Durata: 142'
    Regia: Paolo Sorrentino
    Produzione: Indigo Film
    Distribuzione: Medusa
    Uscita: 21 maggio 2013

    Cast: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Piero Gimondo, Isabella Ferrari, Serena Grandi, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Giulia Di Quilio

    Trama: Il film è ambientato e interamente girato a Roma. Dame dell'alta società, parvenu, politici, criminali d'alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti. E non ci fanno una bella figura. Jep Gambardella, 65 anni, scrittore e giornalista, dolente e disincantato, gli occhi perennemente annacquati di gin tonic, assiste a questa sfilata di un'umanità vacua e disfatta, potente e deprimente. Tutta la fatica della vita, travestita da capzioso, distratto divertimento. Un'atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate. Bellissima e indifferente. Come una diva morta.

    Link: Wikipedia, MyMostro, Imdb, Filmup

    Trailer:



    Edited by ~alyps~ - 2/7/2014, 18:34
     
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    Scrivo un commento un po' di fretta, tanto per iniziare a dire qualcosa su questo film, ma la verità è che mi è piaciuto, anche abbastanza, però non saprei "difenderlo". Insomma, non mi è piaciuto per nessun motivo logico, anzi, ma a pelle, o nel cuore se preferite, mi ha lasciato una sensazione di Grande Bellezza.
    All'inizio ero molto perplessa: le prime due o tre scene non solo non ci ho capito niente, ma ho avuto paura che fosse un film del tutto senza senso; però da subito mi ha colpita il modo tutto particolare di vedere (che sarà pure un puro estetismo, ma anche l'occhio e i sensi vogliono la loro parte!): queste scene di Roma all'alba piena di luce, i cori di chiesa quasi sempre sottilmente angoscianti e poi la scena della festa, il momento in cui, durante i balli di guppo, Jep esce dal gruppo, pur rimanendovi in mezzo, e si accende noncurante una sigaretta facendo quel suo primo monologo che conclude con "ero destinato alla sensibilità".
    Queste prime due scene, in effetti, non sono dissimili dal resto del film: una lunga serie di momenti, di piccoli dialoghi che presi da soli sono suonati anche a me snob e presuntuosi e nello stesso tempo la quintessenza della banalità, quando si affronta questo genere di temi; una serie di primi piani e di personaggi più o meno diversi nel loro essere uguali (tranne il protagonista, ovviamente, e forse i personaggi di Verdone e della Ferilli), ma messi tutti insieme, uno dopo l'altro, mi è sembrato che "qualcosa" (e ora mi sembra di essere quella che dice di sentire le vibrazioni e poi non spiega cosa sono, queste vibrazioni xD) prendesse senso, che il film, alla fine, "funzionasse".
    Se ripenso a questo film le prime cose che mi tornano alla mente sono sensazioni, più che pensieri. La musica, le inquadrature di Roma all'alba e dei palazzi di notte (l'uomo con le chiavi!!), alcuni dei personaggi, tipo la santa, con annessa scena dei fenicotteri alla quale comunque non resco a trovarle un senso ma che mi ha colpita, o il vicino di casa e la fine che fa, e quello che dice a Jep prima di essere portato via, su chi manda avanti il paese xD.
    Insomma, sono arrivata ai titoli di coda con questa vaga sensazione di Bellezza.
    A parte questo, ho trovato il protagonista un personaggio molto affascinante, anche se non particolarmente complesso. è uno dotato, ma pigro. Uno che non scrive più perchè "Roma l'ha distratto" e ci ho trovato in questa giustificazione tanta umanità da sembrare falsa. è uno che si circonda di stupidi, probabilmente, e quindi è facile che spicchi tra la gente, che dica cose che si ricordano, però... però quel suo appartenere a quel mondo, che pure gli è inferiore, fa in modo che quello che dice non sia mai fuori luogo, ma solo arguto.
    Poi di questo film ho adorato la comicità. Che non è proprio comicità, ma non è neanche ironia: è proprio ai mezzi e una cosa così non l'avevo mai vista. è un'ironia che però non fa sorridere, ma fa proprio ridere, e mi è piaciuta moltissimo.

    Sul momento mi viene in mente solo questo, ma sono sicura che ho dimenticato tante altre cose che avrei potuto scrivere. E per concludere, spero che vinca l'Oscar non solo perchè è un film italiano, ma anche perchè è un film che mi è piaciuto. Non ho visto gli altri candidati, ma penso che abbia buone probasbilità di farcela. Incrociamo le dita!
     
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    A me fa piacere che ti sia piaciuto! Specialmente quando dici che ti ha lasciato una sensazione di Grande Bellezza... poi in realtà scopro che ciò che è piaciuto a te è piaciuto anche a me...
    allora, premetto che non farò un commento approfondito, perché vorrei prima rivederlo dal momento che ho quasi rimosso la storia, ad esempio ho un vuoto sia sul personaggio interpretato dalla Ferilli, sia sul personaggio interpretato da Verdone. E lo riguardo solo perché è in lizza per il Miglior Film Straniero ed è italiano.

    Quello che mi è rimasto di questo film è sostanzialmente questo: scelte registiche audaci e raffinate, scene simboliche e suggestive per fotografia, musica, luci... la personalità e la qualità dello stile di Sorrentino sono innegabili e infatti per un bel po' ero estasiata dalla sua visione delle cose e per il proseguimento del film avevo ottime speranze... però queste sono collassate lentamente, perché l'affresco desolante dell'alta borghesia italiana, caratterizzata da ipocrisia, apparenza, festini deliranti, discorsi vuoti ecc. mi è sembrato profuso in ogni scena fino alla nausea, alla lunga ripetitivo e stancante e talvolta banalizzato da luoghi comuni. Certe scelte particolari (una scena molto lunga, un piano sequenza, situazioni molto surreali, silenzi, personaggi molto enigmatici) che in altri film come This must be the place o Il divo erano azzeccate e geniali, qui mi sono sembrate in molti casi virtuosismi con i quali ricamare su concetti "di moda" che mandano i critici in brodo di giuggiole, come la decandenza dei nostri tempi, la perdita di valori, la superficialità della Chiesa, il marciume della società italiana, la frivolezza della gente, che per me chiunque (non solo Jep) potrebbe smontare con un bel discorsetto. Sul personaggio di Jep mi ritrovo nella sua descrizione, ma a dire il vero ho rimosso abbastanza anche lui...
    Mi è rimasta la sensazione di film esteticamente splendido, ma costruito sul nulla, ma soprattutto con una vena altezzosa, algida, compiaciuta che m'ha un po' infastidito. Poi ci sarebbe da fare un discorso sulla Grande Bellezza (dell'uomo, di Roma, dell'Italia) sprecata, dimenticata, avvolta da malinconia, erompente in alcune inquadrature che ha tutto un suo spessore, ma che personalmente ho un po' perso in questo affresco.
     
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    CITAZIONE (~alyps~ @ 9/2/2014, 23:13) 
    però queste sono collassate lentamente, perché l'affresco desolante dell'alta borghesia italiana, caratterizzata da ipocrisia, apparenza, festini deliranti, discorsi vuoti ecc. mi è sembrato profuso in ogni scena fino alla nausea, alla lunga ripetitivo e stancante e talvolta banalizzato da luoghi comuni.

    Sì, suppongo che il rischio fosse un po' questo: o ci si vede un capolavoro che si costruisce tassello per tassello o ci si comincia a vedere del vuoto e del nonsense... secondo me può essere anche una questione di prospettiva (cioè, tipo quei giochetti ottici in cui ci sono un po' di punti sparsi e si possono vedere i punti o un'immagine che questi compongono, non so se sono riuscita a spiegarmi...).
    Comunque nella visione, o meglio, nel ricordo della visione, ho scelto coscientemente di tralasciare le varie feste, salotti ipocrito-borghesi etc. perchè altrimenti mi sarebbe apparso veramente scontato e futile come film... invece quello che ricordo sono sopratutto le inquadrature di Roma e poi le scene più particolari come la visita notturna ai più bei palazzi di Roma etc. Insomma, ho scelto di concentrarmi sulle cose che mi sono sembrate più positive, forse per farmelo piacere, non so xD

    Una cosa che mi ero dimenticata di scrivere nel primo commento è una mia mancanza grave: non ho mai visto La dolce vita, che, ho letto da diverse parti, è termine di confronto imprescindibile per giudicare questo film...
     
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    Finalmente ho un po' di tempo per scrivere il mio commento! Io ho apprezzato principalmente quello che è stato già detto, la fotografia è meravigliosa (io ero già rimasta compiaciuta dalla scena della ragazza che si muove con i ventagli di piume alla finestra, l'ho trovata una cosa molto poetica), le musiche anche sono azzeccatissime e molti dialoghi e monologhi mi sono piaciuti, alcuni mi hanno divertita, altri li ho trovati solo belli. Insomma secondo me come film è fatto bene, purtroppo la storia non è del tipo che mi coinvolgono più di tanto, non c'è una vera e propria trama, forse una lieve evoluzione del personaggio rappresentata in maniera simbolica (ma dovrei vederlo una seconda volta per bene, come aly). Insomma più che una storia è uno spezzone di vita di Jep, però ci sono molte scene che rimangono impresse (solo una parola: fenicotteri) e questo mi è piaciuto. Una ragazza che conosco si è infastidita per la notevole presenza di seni e sederi, io trovo che se non altro quelli a cui è stato dato più spazio erano seni e sederi di classe! quindi da donna non mi sono sentita offesa. Ho odiato quelle galline che strillavano alle feste! Quelle proprio non ho capito che senso avessero, secondo me si potevano evitare, bastavano i balli di gruppo a rendere l'idea, non c'era bisogno di strafare con quelle.
    per curiosità vi posto questa pagine che ho trovato: http://www.06blog.it/post/103085/la-grande...luoghi-del-film
    questo è uno di quelli più completi mi pare, a un certo punto nel film ha notato anche un "nasone" che per chi non lo sa è la tipica fontanella di roma, noi la chiamiamo così XD Io mi sono divertita a provare a riconoscere i posti, essendo la mia città, però potrebbe essere interessante anche in vista di una gita a roma! per esempio nonostante il buco della serratura della chiesa dei cavalieri del priorato di malta non sia più un segreto, tanti turisti se lo dimenticano :)
     
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    Grazie per il link suo luoghi, è molto interessante!
    La prossima volta che vengo a Roma, se ho un po' di tempo, me li segno e faccio un po' di "turismo cinematografico" xD
     
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    Avrei voluto scrivere un altro commento dopo averlo rivisto con Marle, ma tra una cosa e l'altra non ho avuto abbastanza tempo! Ora che l'ho visto una terza volta, così, ne avevo voglia, non posso esimermi :D

    allora... premetto che non ho mai rivalutato un film così tanto e la cosa non può che rendermi felice, non solo per la rivalutazione in sè, ma anche perché ho tanta stima di Sorrentino e mi dispiaceva non essere riuscita ad apprezzare questo suo ultimo film.
    Non è che abbia letto chissà quali recensioni o mi sia lasciata influenzare da chissà chi, anzi, sono sempre stata piuttosto convinta delle mie idee, è una cosa tra me e il film, più lo rivedo e più mi lascio trasportare dalle emozioni e il senso di fastidio per lo stile "aristocratico", le scene enigmatiche e l'affresco disfattista svanisce.

    Innanzitutto devo dire che questa sensazione primaria che ho avuto, quella di un film che insiste su aspetti di degrado della società contemporanea attraverso macchiette e luoghi comuni (e le feste con gente vuota e frivola, e l’arte contemporanea messa in ridicolo, e i rappresentanti della Chiesa ridotti a macchiette, e la donna piena di sè che pensa solo a postare le proprie foto su facebook, e la miriade si persone che sfila per farsi il botulino, ossessionata dall’apparire giovane e potrei andare avanti all’infinito...) ecco, questa sensazione si è dissolta con la seconda visione... questi personaggi in realtà vengono presentati con una grande ironia, un'ironia sottile, arguta e soprattutto comprensiva nei loro confronti. E’ l’ironia amara di Sorrentino, è l’ironia amara del pacato e saggio Jep, che è consapevole della superficialità, della volgarità, magari dell’ipocrisia di chi gli sta intorno, ma non giudica nessuno, mostra invece di comprendere i suoi interlocutori (a meno che non venga deliberatamente provocato, allora dà sfogo al suo cinismo... molto bella secondo me la scena in cui smonta Stefania, perché ci dice tantissimo della personalità di Jep).
    Rileggendo il tuo commento Annachì, devo dire che anch'io ho trovato molta comicità in questo film che mi ha sinceramente divertita, e che è ciò che paradossalmente mi ha avvicinato ai personaggi, perché ne mette in luce le debolezze, ma senza porsi su un piedistallo.
    Cioè ci son degli scambi di battute fantastici del tipo “Hai cambiato colore dei capelli!” “Sì, in questo periodo mi sento pirandelliana” XD
    Mi piace quando Jep dice ad Alfredo (il vedovo del suo primo amore giovanile) e alla sua compagna "Che belle persone che siete!" con una sincera invidia per la semplicità della loro vita ed è un po’ il pensiero che leggevo spesso nel suo volto quando parlava con persone che vivono in un loro mondo sereno, non importa quanto falso, piccolo, vuoto o invece autentico, l’importante è che siano convinti di vivere bene e bene vivano. Jep è veramente un personaggio interessante, lui che sembra così disilluso invece è un grande sognatore e, a dispetto di quello che dice, è ancora alla ricerca della grande bellezza e ancora la trova, quando gira per Roma e gli si legge una pace e un benessere in volto per un gruppo di bambini che ridono vedendo un passante che tira il cane al guinzaglio, uno stormo d’uccelli che passa nel cielo, la quiete notturna, una frase di Ramona...
    a proposito mi piace anche lo strano rapporto che allaccia con Ramona, figura un po' strana e ai margini del suo mondo, m'è sembrato indice di una ricerca di qualcosa di autentico e profondo... ahah e anche quello con la sua cameriera sudamericana che chiama “farabutta”!

    E’ un film costruito molto sulle sensazioni e mirato a provocare lo spettatore attraverso elementi surreali e spiazzanti, i colori dei vestiti di Jep, una Roma deserta e metafisica, una musica scelta, come sempre in Sorrentino, con grande gusto e originalità, classica, contemporanea, pop, trash persino, maestosa, sublime, intimista o chiassosa, è l’anima del film, la colonna sonora per “la città eterna” e le sue contraddizioni...
    Per me è stata una scoperta “My heart’s in the Highlands” (my heart is not here)... meravigliosa... ecco, quando dico che ancora Jep è alla ricerca della grande bellezza, penso al testo di questa canzone (scena in cui contempla dal suo attico dei bambini che giocano con una suora in un giardino labirinto, al tramonto)...
    Mi hanno incantata alcune scelte di fotografia e montaggio che ho sempre apprezzato, però si erano perse nella bruma dei ricordi in questi mesi... ad esempio la splendida scena in cui Jep e Ramona entrano in un antico palazzo chiuso al pubblico e ci sono tutte queste statue che emergono dall'oscurità, residui della grande bellezza di Roma... o quando Jep alza gli occhi sul soffitto della sua camera e scorgiamo il mare, poi compare un motoscafo e da lì poi parte il flashback che ci riporta ad un’estate di decenni prima...). Bellissima la scena in cui Jep racconta a Ramona della sua prima volta, con quel montaggio alternato e non riesce ad andare avanti, lasciando lo spettatore in attesa.. In generale confermo che la fotografia sia magnifica, evocativa insieme alla musica, sicuramente il punto di maggiore forza del film, che per tutte quelle scene oniriche e surreali potrebbe essere definito una poesia per immagini o un’opera d’arte moderna.

    Anche la sceneggiatura funziona, insomma ci ho ritrovato delle belle frasi, enigmatiche e profonde, (all'interno del contesto) come

    CITAZIONE
    La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.

    CITAZIONE
    Sono belli i trenini che facciamo alle feste, sono i più belli di tutta Roma perché non portano da nessuna parte...

    o anche quella che dice la suora, apparentemente stravagante e grottesca, però
    CITAZIONE
    Sa perché mangio radici? Perché le radici sono importanti.

    e naturalmente la conclusione, che è molto evocativa, con quegli "sparuti incostanti sprazzi di bellezza"
    CITAZIONE
    Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c'è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Bla. Altrove, c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.

    Questo film li fa emergere potentemente e anche il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura... se alla prima visione mi sembravano poco organici e collegati, rivedendolo il film invece mi è sembrato tutto molto avvolgente e soprattutto teso verso un messaggio tutt'altro che disfattista, ma molto positivo nonostante l'amarezza di fondo, lascia appunto una sensazione di "grande bellezza" e una spinta a cercarsela o inventarsela, magari con un trucco...

    Utilissimo il topic, Marle! :yeah:
    Diversi li avevi riconosciuti! ecco, la prossima volta che andrò a Roma me li andrò a cercare appositamente, tipo il buco della serratura io non lo conoscevo neanche!
     
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    Felice che tu l'abbia rivalutato! Con questo tuo ultimo commento mi hai fatto tornare in mente scene, dialoghi e personaggi del film e me l'hai reso anche più bello di quel che ricordavo xD
    Continuo a pensare che bisogna essere in un certo stato mentale per apprezzare questo film, ma forse visioni multiple e buona disposizione aiutano :D

    Mi è venuto voglia di rivederlo dopo gli ultimi commenti che avete scritto, ma penso che, per come faccio di solito le cose, accadrà fra degli anni interi xD
     
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    XD dovrei rivederlo anche io per capirlo bene ma farò esattamente la tua stessa fine annachì! Comunque sono contenta che il link vi sia utile ;)
     
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    Sono completamente d'accordo con tutto ciò che avete detto, soprattutto con l'ultimo topic di Alyps.
    Ho visto molti film di Sorrentino, quasi tutti direi. Questo non è quello che preferisco, ma mi è rimasto comunque impresso.
    Ho notato essere presente in ogni opera di Sorrentino (anche in "Hanno tutti ragione", libro scritto sempre da lui, che tra l'altro a mio parere è fantastico e se non l'avete ancora fatto leggetelo assolutamente perché merita) una costante: la nostalgia della giovinezza. Se osservate bene infatti, noterete che in ogni suo film i personaggi giovani (di solito femminili) vengono rappresentati quasi come degli angeli, la loro pelle viene fatta risplendere, sembrano circondati da un'aura di luce. (vedi: Laura Chiatti in "L'amico di Famiglia", Olivia Magnani in "Le conseguenze dell'amore", la ragazza della stessa Grande Bellezza, questa per intenderci ecc.)
    Insomma, nella maggior parte dei suoi film, i protagonisti si somigliano (rispecchiano la visione di Sorrentino rispetto alla vita e sono tutti tagliati e cuciti addosso a Servillo), le loro vite adulte sembrano essere un disfacimento totale, un continuo sbattere contro muri di squallore e pochezza nella continua ricerca di quel favoloso che hanno perso, perché già vissuto. In contrasto abbiamo figure femminili giovani, dalla bellezza quasi eterea, che sembra non debba finire mai: è la giovinezza. Illusa, testarda, ma senza paura. La rappresentazione concreta di ciò che il protagonista ha perso ma che cerca di ritrovare aggrappandosi a queste figure.
    La variante in questo film è che la figura femminile (Ferilli) di cui si infatua (diciamo così) il protagonista non è più giovane, non c'è nessun'aura di luce intorno a lei. La giovinezza e la bellezza in lei stanno per essere divorate dalla malattia. La Ferilli incarna la giovinezza che passa, che finisce e Jep non può far altro che sfiorarla un'ultima volta prima di vederla sparire per sempre.

    Tutto ciò è ovviamente solo un mio parere che è andato formandosi con la visione dei film di Sorrentino e la lettura dei suoi libri.
    Non sono brava a spiegarmi e per questo confido nelle vostre capacità di comprensione.
    In ultimo, vorrei lasciarvi questo video, è la lettura di Tony Servillo di un capitolo (il più bello a parer mio) di Hanno tutti ragione, giusto per darvi un'idea un po' più chiara di quel che secondo me passa per la testa di Sorrentino: Click.
     
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    Ma che bella quest'analisi! Non ci avevo mai pensato, anche perchè non conosco molto bene il cinema di Sorrentino, però è sicuramente una chiave di lettura in più e molto interessante per vedere questo film!
    E il capitolo che hai postato sembra proprio confermare questo pensiero sul rapporto giovinezza/età adulta che hai ritrovato nei film...
    Certo che, vedendola in quest'ottica (ancor di più che in quella della decadenza di Roma e della società borghese-intellettuale etc. etc.), il film assume sfumature di un pessimismo unico xD
     
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    Ho notato essere presente in ogni opera di Sorrentino (anche in "Hanno tutti ragione", libro scritto sempre da lui, che tra l'altro a mio parere è fantastico e se non l'avete ancora fatto leggetelo assolutamente perché merita)

    Lo farò!!!

    Quoto Annachi! anche se io, come al solito, non mi faccio contagiare troppo dal pessimismo degli altri :D mi ero ritrovata tantissimo in queste parole su Leopardi (senza paragonare Sorrentino a Leopardi)

    "questo uomo odia la vita e te la fa amare, dice che l'amore e la virtù sono illusioni, e te ne accende in petto un desiderio vivissimo".

    forse ok, perché io sono ancora giovane, non gobba, malata ecc. xD
     
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