American Sniper

di Clint Eastwood

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    Titolo: American Sniper
    Regia: Clint Eastwood
    Genere: azione, biopic, guerra
    Nazione: USA
    Anno: 2014
    Produzione: Mad Chance Productions, 22 & Indiana Pictures, Malpaso Productions
    Distribuzione: Warner Bros Italia
    Data di uscita: 01 Gennaio 2015 (cinema)

    Cast:
    Bradley Cooper: Chris Kyle
    Sienna Miller: Taya Renae Kyle
    Kyle Gallner: Winston
    Max Charles: Colton Kyle
    Luke Grimes: Marc Lee
    Sam Jaeger: Capitano Martens
    Jake McDorman: Ryan Job
    Cory Hardrict: "D" Dandridge
    Navid Negahban: Sceicco Al-Obeidi
    Brian Hallisay: Capitano Gillespie
    Eric Close: agente DIA Snead
    Eric Ladin: Squirrel
    Keir O'Donnell: Jeff Kyle

    Trama:
    Chris Kyle, U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene soprannominato "Leggenda". Nel frattempo cresce la sua reputazione anche dietro le file nemiche, e viene messa una taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti. Allo stesso tempo, combatte un'altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un buon marito e padre nonostante si trovi dall'altra parte del mondo. Nonostante il pericolo e l'altissimo prezzo che deve pagare la sua famiglia, la rischiosa missione di Chris in Iraq dura quattro anni, incarnando il motto dei SEAL, "che nessun uomo venga lasciato indietro." Una volta tornato a casa dalla moglie, Taya Renae Kyle (Sienna Miller), e dai figli, Chris scopre che è proprio la guerra che non riesce a lasciarsi indietro.

    Link:
    Wikipedia, MyMovies, Imdb

    Trailer:
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    Edited by Annachì - 29/1/2015, 13:07
     
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    Dannato Clint Eastwood, quasi 85 anni e ancora sforna semi-capolavori...

    Certo, questo film non entrerà nella storia, ma se centinaia di critici lo stanno acclamando, un motivo ci sarà. Fedele all'autobiografia, recitato magistralmente, ritmo mai blando e scene superbe.

    Forse il messaggio è propagandistico (e vi assicuro che nel libro è totalmente differente), ma diventa presto dimenticabile. Perché? Perché questa pellicola non ha praticamente difetti. :blink:

    Poi il finale... mai vista la sala così silenziosa alla fine di un film. Un colpo duro a chiunque fosse dentro, improvviso e pesante. Non si ha il tempo di raccapezzarci qualcosa che la pellicola finisce, togliendo le parole allo spettatore. :o:

    Più che consigliato.
     
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    Lo vado a vedere stasera! Non vedo l'ora :yeah:
     
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    Clint ancora una volta non ha deluso, con il suo stile asciutto, il suo senso dello spettacolo e della misura, abile a non calcare troppo la mano sui sentimentalismi in cui può cadere un film del genere.
    Tuttavia ammetto che sono rimasta perplessa, specialmente una volta giunta ai titoli di coda, riguardo a quello che avevo visto.
    Ammetto che mi ero fatta delle aspettative su questo film: ero convinta che avrei visto un film su un cecchino sensazionale e, per lo meno all'inizio, tutto sommato convinto della ragione per cui si trovava a uccidere, ma nello stesso tempo (o meglio con il passare del tempo), logorato dalla guerra e in lotta con una sindrome post-traumatica e con i fantasmi delle persone che aveva ucciso. Mi aspettavo, un po' per il trailer, un po' per la precedente filmografia di Clint, un film critico nei confronti della guerra, che mostrasse il deterioramento anche del soldato più "cinico".
    Non conoscevo però la reale storia di Kyle.

    Non sapevo che Chris Kyle fosse diventato una celebrità non solo grazie alla sua abilità di cecchino, ma anche grazie alla sua fierezza per aver svolto un compito onorevole per il proprio Paese, per "aver ucciso dei selvaggi", per aver salvato la vita dei propri compagni. Lo dice chiaramente in un'intervista e lo dice nel film: non ha rimpianti, l'unico suo rimpianto è non aver ucciso più nemici e non aver salvato più suoi commilitoni.
    Nelle prime pagine del libro, che sostanzialmente corrispondono alla prima scena del film, viene identificata una giovane donna iraqena che vuole lanciare una granata sui soldati americani come "il male assoluto".
    Da interessata al libro a cui è ispirato questo film sono passata a metterlo in fondo alla mia lista infinita di libri da leggere.

    Mi sono chiesta, soprattutto a fine film, quale fosse il collegamento tra Clint Eastwood e quest'autobiografia così filoamericana, il lungo scontro di Kyle con la nemesi siriana che quasi trasformava la guerra in un film di di supereroi, un western, o comunque qualcosa di ben più leggero rispetto alla ferita che questa guerra lascia ancora aperta, e per finire quei titoli di coda un po' Oscar service...
    Insomma Clint ci ha raccontato la più disastrosa battaglia della seconda guerra mondiale dal punto di vista degli americani e dei giapponesi, mettendo a nudo lo squallore della guerra e l'umanità devastata di chi si è trovato a vedere cose orribili o a essere lanciato in pasto alla stampa come eroe di guerra e poi dimenticato fino a morire di stenti in una fattoria, ha fatto di Gran Torino un inno sui generis alla non -violenza... mentre con questo film maestoso sembra portare in palmo di mano un cecchino americano come se fosse un eroe di guerra...
    CITAZIONE
    Forse il messaggio è propagandistico (e vi assicuro che nel libro è totalmente differente), ma diventa presto dimenticabile.

    Questo mi piacerebbe capirlo bene, visto che non ho intenzione di leggere il libro e sicuramente sto dando giudizi parziali e affrettati (ho solo visto tutte le interviste su Youtube che sono riuscita a trovare e letto grossomodo una decina di pagine del libro in libreria, per cui prendetemi con le pinze)

    Comunque... dopo aver capito a grandi linee un po' di più del reale Chris, penso che Clint, volendo essere fedele all'autobiografia e cercando di realizzare un film sentito e di spessore, ci sia riuscito molto bene.

    Penso che ci sia un equilibrio tra emozione e lucidità, vicinanza al personaggio e nello stesso tempo saggio distacco, che riesca a far sentire lo spettatore coinvolto, ma anche critico nei suoi confronti, che è la cosa migliore che si possa raggiungere in un caso del genere. So che è un controsenso, ma non riesco a spiegare altrimenti perché mi sia affezionata in qualche modo al personaggio, perché l'abbia capito, ma anche perché non riesca a fare a meno di essere critica nei suoi confronti, o meglio della situazione in cui si trovava. Clint è riuscito a mio parere, nonostante tutto, a non rendere questo film troppo celebrativo, non troppo spettacolare, ma neanche troppo critico, cosa che mi avrebbe compiaciuta di più, ma avrebbe probabilmente snaturato l'autobiografia del personaggio. E, con il suo stile, ha dato un'impronta classica e solenne, ma anche cruda, realistica e psicologica a tutta la storia. È stato raggiunto semplicemente un equilibrio perfetto che ha il massimo rispetto di tutte le parti.
    Quando parlo di dare profondità in più posso per ora riferirmi all'unica scena del libro che ho letto. Se nel libro in quella prima scena partiva la riflessione sul fatto che quella donna, il suo primo bersaglio della missione, su cui aveva il fucile puntato, andava uccisa perché era il male assoluto, riflessione fatta probabilmente a mente lucida, durante la guerra o anche la stesura del libro, Clint ha diretto una scena di grande suspence prima di far premere il grilletto, amplificando il dramma e l'esitazione del personaggio, penso più reali e verosimili in quel contesto, rendendo però il primo bersaglio un bambino e il secondo, quello su cui ormai l'esitazione è praticamente sparita, la donna.
    Ho trovato un ottimo equilibrio tra le scene d'azione e quelle dedicate all'introspezione del personaggio, con queste discrete immagini su come la guerra influenzi il personaggio durante i congedi, un ritmo avvincente e un ottimo uso della colonna sonora.
    Sono rimasta un po' sorpresa del ralenty con il proiettile stile Matrix, mentre la superba scena della tempesta di sabbia... è stata qualcosa di straordinario a livello visivo, emotivo... TUTTO, sempre per quel discorso che il film si stava inaspettatamente trasformando un po' in una lotta contro una nemesi che aveva del soprannaturale, invece che, come mi sarei aspettata, un discorso critico nei confronti nella guerra. Ma così probabilmente l'ha vissuta il diretto interessato, così epico si dev'essere sentito in questo gesto che ormai era diventato la sua ossessione. L'ho trovata una scelta lì per lì strana, ma a pensarci azzeccata.

    Insomma, un bel film, ma che non riesco a non giudicare senza essere critica nei confronti del soggetto trattato e del messaggio patriottico, ma altamente discutibile, che lascia trasparire.
     
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    Ho trovato similitudini con i giochi di guerra. La cosa è stata grottesca e mi è piaciuta. Perché non so voi, ma in quel caso io mi sentivo il personaggio, ed ero lì per far fuori tutti i terroristi schifosi. Può fare inorridire, ma se non hai paura del lato oscuro delle cose dovresti viverla con serenità. Però una grande parte della nostra autostima ci viene dal rispetto della morale. Se questo non succede stiamo male e cerchiamo di allontanare lo stimolo. (anche se si tratta di un'altra persona, o di un film...) Bisogna ragionare di prospettiva, e capire che un film per quanto scavi nei sentimenti più loschi dell'essere umano, resta pur sempre descrittivo. Ti dice: ecco, questo succede, esiste. Esiste il patriottismo, esiste il disordine da stress post traumatico, i bambini morti in guerra, i veterani maciullati, e soldati che non riescono a lasciare la guerra... Ecco, se c'è una caratteristica che mi fa impazzire nei film è proprio l'acriticità. Alyps abbiamo una visione del tutto opposta :D
    Amo abbandonarmi a film come questo che mostrano sentimenti e posizioni forti in maniera libera, in modo da conoscere, da ascoltare... da sentirmi qualcun'altro per un po', per assumere il suo punto di vista... La mia idea della guerra non è entrata nel cinema insieme a me.
     
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    Secondo me questo film non è del tutto acritico, Eastwood è semplicemente bravo a non far sì che il suo punto di vista non prenda il sopravvento per rispetto della storia e del personaggio. Per dimostrarlo dovrei aver letto l'autobiografia di Kyle, ma già solo quelle poche pagine che ho letto mi hanno dato l'idea che la messa in scena abbia insistito di più sul dramma psicologico rispetto a quanto faccia il libro...
    in realtà anche a me piace moltissimo quando un regista ha uno stile descrittivo, quando lascia questioni aperte e non dette e fa in modo che sia lo spettatore a trarre le sue conclusioni, ma soprattutto quando non giudica i suoi personaggi; non penso proprio mi sarebbe piaciuto un film totalmente critico o celebrativo...
    però non credo proprio di aver represso del piacere nella visione delle imprese di questo cecchino infallibile... mi è capitato di provare piacere per scene di morte o violenza, ma generalmente quando siamo in un contesto finto e artificioso come in Tarantino o nei film di supereroi, non quando la guerra mi viene fatta vivere così da vicino e sono calata così profondamente nel punto di vista del cecchino americano... sì, naturalmente preferivo che il protagonista avesse la meglio sull'altro cecchino, ma non mi sono mai esaltata per le sue uccisioni, anche perché il regista secondo me, eccetto la famosa scena del proiettile al rallentatore, ha fatto in modo che non accadesse (o almeno questa è la mia impressione). Non c'era niente di esaltante in quella guerra...
    A me il film è piaciuto, e tanto, penso che sia uno dei film più belli che ho visto quest'anno :D Il fatto che personalmente il personaggio mi disturbi, proprio grazie alla presa di distanza un po' ambigua di Clint, non scalfisce comunque il mio giudizio positivo sul film... naturalmente sono però più in sintonia con altri film del regista in cui sono in sintonia anche con il personaggio principale e mi arriva un messaggio più forte (anche tra le righe di un film descrittivo)
     
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    Partiamo dal presupposto che io non amo i film di guerra, quelli che celebrano "eroi americani" meno che mai, ma qualcuno ha tanto insistito affinché vedessi questo film e Bradley Cooper è talmente bello che mi sono detta "ma si dai, vediamolo!".
    Il mio lato nonviolento ha storto la bocca molte volte, ma il film è riuscito comunque a farmi immedesimare, a farmi vivere il punto di vista di Chris, dei suoi compagni e di sua moglie. Insomma alla fine ho pianto tantissimo. Non lo definirei il mio film preferito e non credo di essere diventata una fan del protagonista, ma è sicuramente tra i film che mi hanno emozionata di più negli ultimi anni.
     
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