JFK - Un caso ancora aperto

di Oliver Stone

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous

    locandina



    Titolo originale: JFK
    Nazione: USA
    Anno: 1991
    Genere: storico, drammatico, giallo
    Durata: 188 min
    Regia: Oliver Stone

    Cast: Kevin Costner, Sissy Spacek, Tommy Lee Jones, Gary Oldman, Joe Pesci, Kevin Bacon, Jack Lemmon, Donald Sutherland, Edward Asner, Brian Doyle-Murray.

    Trama: Nel novembre del 1963 il Presidente degli Stati Uniti John Kennedy muore sotto i colpi di un cecchino mentre percorre, a bordo di un'auto scoperta, una via di Dallas. Dell'omicidio viene accusato Lee Harvey Oswald che poi viene quasi subito ucciso da un malvivente di nome Jack Ruby. L'impressione che l'attentato lascia nel paese è enorme, ma per quel che riguarda le indagini il caso sembra proprio chiuso. Non è così per Jim Garrison, procuratore distrettuale di New Orleans, che s'intestardisce a cercare la verità, continua le sue ricerche e alla fine arriva ad una conclusione sorprendente...

    Link: Wikipedia, IMDB, MyMovies

    Trailer


    Video

     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    Bene, eccomi qui, come promesso. Innanzitutto è stato bello vedere JFK con te ieri, aly: ho visto che la vicenda ti ha interessato e appassionato, e spero dunque, con questo mio post (che sto scrivendo e che posterò appena finito xD), di accendere ancor di più la tua curiosità e chiarire qualche dubbio. Vorrei però che fossi anche tu a chiedermi qualche cosa, così potrei concentrarmi su quegli aspetti della vicenda che ti interessano di più. :)
    Intanto ti posto solo brevemente qualche chicca.

    Oliver Stone nel suo film ha fatto uso di molte immagini di repertorio, come quelle bellissime iniziali della famiglia Kennedy, e anche alcune foto autentiche di Oswald, specialmente quelle che lo mostrano bambino e ragazzino, come queste:

    hNfkFKk

    isvSAhU

    Ma egli ha fatto anche spesso ricorso a riadattamenti di famose foto di Oswald, le quali sono state riprodotte con Gary Oldman e Beata Poźniak (l'attrice che interpretava Marina, la moglie di Oswald) come soggetti. Eccole tutte messe a confronto con gli originali.






    Queste ultime non sono fedelissime come quelle di sopra, ma visti i vestiti è probabile che siano ispirate ai momenti che ti ho postato sotto: tutte queste foto, sia quelle di prima che quelle sotto, sono state scattate durante i 2 anni e mezzo trascorsi da Oswald in Russia.

    e9vy48C

    msk92SL

    o80MMe7

    mFWETgR


    Edited by *Leah - 14/10/2016, 12:37
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    Eccomi qui. Dividerò il post in parti, se no è troppo lungo. xD

    Innanzitutto, per capire meglio il film e tutte le implicazioni dell'assassinio di Kennedy, sarà bene parlare brevemente della vita del suo presunto assassino, ovvero Lee Harvey Oswald.

    wWLpw3b



    Oswald, come ho avuto modo di appurare e constatare sempre di più leggendo libri su libri su di lui, ha condotto per tutta la sua breve vita (ricordo che quando venne ucciso da Jack Ruby il 24 novembre del 1963, solo due giorni dopo l'assassinio di Kennedy, Oswald aveva compiuto 24 anni da poco più di un mese) un'esistenza ambigua, piena di contraddizioni, segreti e lunghi periodi di vuoto, in cui neppure sua moglie, sua madre o i suoi fratelli sapevano dove fosse, chi frequentasse o cosa facesse.
    Riassumendo la sua biografia in breve:

    1) Infanzia:
    VpZs6rf
    Oswald bambino, presumibilmente a New Orleans


    Nato a New Orleans (città in cui si svolge l'intero film di Oliver Stone) il 18 ottobre del 1939, Oswald viene cresciuto dalla madre Marguerite (il padre era morto poco prima che lui nascesse),
    0lXBeD9
    Una giovane Marguerite Oswald

    H7fAzq3
    Qui invece è ritratta come appariva nei giorni dell'assassinio di Kennedy
    la quale, dovendo provvedere da sola al mantenimento dei figli, spesso è costretta a chiedere che i suoi tre bambini (Oswald aveva anche due fratelli maggiori John e Robert)
    6ywTmCN
    Oswald (al centro) con i due fratelli maggiori, John Pic (a destra), fratellastro nato dal precedente matrimonio della madre e Robert Oswald (a sinistra) nato 5 anni prima rispetto a Lee
    vengano accolti da alcuni orfanotrofi, dentro e fuori dai quali i tre fratelli trascorsero parte della propria infanzia. Gli Oswald migrano da una città all'altra per la maggior parte dell'infanzia di Lee, in quale ad appena 10 anni aveva già cambiato 11 scuole.

    2) Nel corpo dei marines:
    0vHA6Lr
    Oswald a 16 anni, cadetto della Civil Air Patrol, appena un anno prima di arruolarsi nel corpo dei marines.
    In particolare notate il distintivo sul petto, intestato alla Civil Air Patrol, in quanto ci tornerò sopra più tardi.


    All'età di appena 17 anni Oswald si arruola nei marines, dove diventa quasi subito operatore radar (ovvero, gli viene affidato il delicato compito di intercettare gli aerei amici o nemici che si fossero trovati a volare nei pressi della base militare: questa occupazione, per ovvi motivi, non poteva essere affidata a chiunque e richiedeva un livello di acume, intelligenza, discrezione e professionalità molto alto, dato questo che da solo basterebbe a screditare tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno cercato di far credere che Oswald fosse non solo pazzo, ma anche piuttosto stupido...). Nei marines ha dunque accesso a segreti militari di alto livello, in particolare viene a conoscenza (per via del suo lavoro di operatore radar) del funzionamento e dei segnali in codice dei nuovissimi e sofisticati aerei U-2 (vedi punto 4). Non solo, durante il suo periodo di addestramento nei marines, Oswald conosce David Ferrie (nel film interpretato da Joe Pesci), il quale era infatti pilota istruttore delle giovani reclute per conto della Civil Air Patrol (vedi foto in alto, punto 2), cui Oswald venne affidato durante la prima fase del suo addestramento militare. La foto sotto spoiler del 1955/1956 li ritrae insieme ad altre giovani reclute.
    La commissione Warren, che si era affannata a interrogare chiunque fosse entrato in contatto con Oswald, anche solo di sfuggita, stranamente non sottopose mai David Ferrie a nessun interrogatorio, benché fosse stato istruttore di Oswald...
    cEmmkSG
    I due uomini cerchiati sono chiaramente il giovane Oswald (a destra) e l'istruttore di volo David Ferrie (a sinistra), che in quell'anno era pilota della Civil Air Patrol.

    88c61fe4bdda60c28d2adec12079b369
    David Ferrie


    3) Comunismo e lingua russa:
    hNfkFKk
    Oswald nel 1957 (il terzo da sinistra, più in primo piano e girato di tre quarti), poco prima di imbarcarsi con il suo reparto per la base militare giapponese vicino a Tokyo


    Oswald, nei marines, presta servizio non solo negli Stati Uniti, ma il suo reparto viene mandato anche in Giappone e nelle Filippine. Sarà proprio in questo periodo – tra il luglio del 1957 e il novembre del 1958 – che Oswald comincerà ad assumere atteggiamenti strani e a fare cose insolite per un marine ordinario: comincia infatti a manifestare interesse per il Comunismo, in seguito a dei contatti avuti forse con comunisti giapponesi e/o russi in Giappone. Inoltre, comincia a studiare il russo, sia per conto proprio, sia grazie all'aiuto di una giovane e bellissima ragazza meticcia (mezza russa e mezza giapponese) conosciuta sempre in Giappone in circostanze anche qui poco chiare.
    La cosa più sospetta di tutte però non è tanto che Oswald studiasse il russo o si professasse comunista (cose comunque già piuttosto insolite per un giovane americano degli anni Cinquanta, periodo di massimo picco della Guerra Fredda fra USA e URSS), quanto il fatto che egli venne davvero (come viene detto nel film) sottoposto ad un esame di russo in seno al corpo dei marines: questo fatto fu platealmente ignorato dalla commissione Warren, la quale non gli diede alcuna importanza, ma è logico pensare che non fosse prassi comune, all'interno del corpo dei marines, sottoporre i giovani soldati a esami di russo. Dunque, l'unica spiegazione plausibile di questo bizzarro esame linguistico è che Oswald venisse addestrato dall'esercito degli Stati Uniti per lo spionaggio militare in URSS, unico motivo che rendesse necessario ad un giovane soldato semplice dell'esercito USA l'apprendimento, nel giro di un breve lasso di tempo, della lingua russa.

    4) Defezione e KGB:
    kbjbABG
    Oswald (sinistra) e uno dei suoi più intimi amici russi
    Pavel Golovachev (destra) a Minsk, probabilmente intorno al 1960


    Guarda caso, quasi come una diretta conseguenza di questo addestramento, nell'ottobre del 1959, Oswald arriva in Unione Sovietica (in circostanze, tra l'altro, ancora una volta poco chiare, dato che il diciannovenne squattrinato Oswald non aveva denaro sufficiente per permettersi non uno, ma ben 3 voli: dagli USA a Londra, da Londra a Helsinki e infine da Helsinki a Mosca...) e si presenta all'ambasciata americana dove, in maniera piuttosto plateale, dichiara di voler rinunciare alla propria cittadinanza per prendere la cittadinanza sovietica (cosa che di fatto non farà mai in maniera ufficiale). Poco dopo si reca anche presso l'ambasciata sovietica a Mosca e dichiara anche a loro il proprio intento di rinunciare alla cittadinanza americana, aggiungendo di essere disposto (per dimostrare la propria buona fede) a rivelare all'URSS importati segreti militari appresi durante il suo addestramento come operatore radar nei marines. I russi, come è logico che sia, drizzano le orecchie e per parecchie settimane di Oswald si perdono le tracce: è probabile che, come diretta conseguenza di queste sue dichiarazioni, in questo periodo di tempo sia entrato in contatto con il KGB (servizi segreti russi). Tutto questo avveniva pochissimi giorni dopo il suo arrivo in URSS: Oswald aveva appena compiuto 20 anni.
    Nel film viene ricordato l'episodio dell'intercettazione da parte dei radar sovietici di un aereo U-2 americano, ritenuto inintercettabile, proprio nel periodo immediatamente successivo alla defezione di Oswald dai marines a favore dell'Unione Sovietica (vedi punto 2). Dopo questo periodo di vuoto, Oswald viene trasferito da Mosca a Minsk (città nota per essere uno dei centri favoriti di dislocamento di potenziali agenti dello spionaggio e del controspionaggio sovietico) e da quel giorno in poi Oswald verrà costantemente tenuto d'occhio dal KGB (solo recentemente sono state portate alla luce prove concrete di questa stretta sorveglianza, fra cui anche numerose trascrizioni di registrazioni vocali delle conversazioni private di Oswald con la moglie Marina).

    5) Il matrimonio con Marina:
    A5HJhS8
    Lee Harvey Oswald (21 anni) e Marina Nikolayevna Prusakova (19 anni)
    il giorno del loro matrimonio a Minsk (30 aprile 1961).
    Curiosità: Oswald, come vedete, porta la fede nuziale all'anulare destro,
    come è tuttora costume in Russia e nei paesi di religione ortodossa


    A Minsk il KGB trova a Oswald un lavoro presso, guarda caso, una fabbrica di radio. Sempre a Minsk, nel marzo del 1961, ad un ballo presso il Palazzo dei Sindacati, Lee conosce Marina, una giovane studentessa di farmacia di diciannove anni, che sposerà neppure un mese dopo, nell'aprile del 1961. La giovane, sentendolo parlare, lo scambia per un russo delle repubbliche baltiche, il che dimostra che la conoscenza del russo di Oswald doveva essere piuttosto alta, tale da essere preso per russo da una madrelingua russa.
    Durante la sua permanenza in Unione Sovietica, Oswald riceve un trattamento a dir poco principesco: nonostante lavori come operaio in una fabbrica, riceve uno stipendio pari a quello di un ingegnere (circa 5000 rubli al mese, una cifra che i normali operai della Russia comunista non potevano neanche sognare) e, inoltre, gli viene assegnato un appartamento tutto per sé, cosa assolutamente impensabile, nell'URSS dei primi anni Sessanta. Il problema degli alloggi era infatti una grande piaga della Russia comunista, dove famiglie anche numerose erano costrette a condividere un appartamento di sei o sette stanze con almeno un'altra famiglia altrettanto numerosa: impossibile, in circostanze normali, che un giovane scapolo potesse disporre di un intero appartamento di più stanze, senza essere costretto a dividerlo con altre persone. Oswald invece vive, prima da solo e in seguito con la giovane moglie, in uno spazioso appartamento con bagno (non tutti allora in Russia potevano vantarsi di avere il bagno in casa) e balcone in un quartiere lussuoso di Minsk (il balcone, altro privilegio non da poco, dava infatti sulla bellissima Victory Square e, come si può vedere dalle foto sotto spoiler, era una bellissima casa in una zona lussuosa)
    JjYV0U7
    La freccia indica la collocazione dell'appartamento di Oswald: come si può vedere era dotato di un ampio balcone e la veduta sulla piazza più bella di Minsk ne accresceva il prestigio.
    Minsk-apartment-building
    In questa foto si vede il palazzo come è oggi: non è cambiato molto, ma da questa foto se ne può apprezzare ancora di più la collocazione.
    TSvBAnr
    Infine, in questa foto di Marina Oswald (scattata pochi giorni prima del matrimonio con Lee), si intravede la vista di cui si poteva godere allora.

    La giovane coppia, nel giro di breve tempo, mette al mondo una bambina, June Lee Oswald (il secondo nome le viene imposto dai funzionari dell'anagrafe sovietica, dove Oswald si era recato a registrare la bambina, per rispettare l'usanza russa del patronimico) nata a Minsk il 15 febbraio del 1962)
    yCB5OBk
    article-2368935-1AE08D4C000005DC-773_634x822
    Oswald e la moglie Marina con la figlia June
    ma, benché Lee avesse manifestato più volte l'intenzione di restare in Russia e diventare cittadino sovietico, in realtà si era mosso già in tempi non sospetti (ancor prima di conoscere Marina) per far ritorno in America. Ora che è sposato con una cittadina sovietica, il problema sembra essere insormontabile (sono ben note e numerose le storie di coniugi impossibilitati a lasciare la Russia o anche solo la parte sovietica della Berlino pre-crollo del muro, nonostante fossero maritati con stranieri), eppure Oswald riesce ad ottenere senza problemi il Visto di uscita per sé, per la giovane moglie e per la figlioletta di pochi mesi: egli può dunque, dopo due anni e mezzo, far ritorno negli Stati Uniti, nonostante la sua defezione dal corpo dei marines e la sua dichiarata ideologia comunista. Piuttosto strano, no?

    To be continued...



    Edited by *Leah - 17/3/2017, 11:55
     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    Admin
    Posts
    32,891
    Location
    Hobbiton

    Status
    Offline
    Finalmente forse riesco a rispondere! Innanzitutto ottimo lavoro! :woot: Apprezzo tantissimo e attendo il seguito! In realtà sarei anche tentata di aspettare che il quadro generale si completi per intervenire, ma la verità è che comunque è meglio che mi limiti a commentare il film per ora...
    Sono ancora infatti un po' frastornata se ripenso alla visione fatta, è stata una dura prova tener dietro all'indagine complessa del film, con le sue incalzanti ipotesi, insinuazioni, i riferimenti storici, i numerosi personaggi coinvolti, tra nomi, spostamenti, testimonianze, snocciolati senza sosta durante quasi 3 ore e mezza di film. Specialmente al giro di boa della seconda ora, perché nella parte centrale il ritmo del film, pur con senza mai calare, è abbastanza piatto, ma sul piano informativo è tutto un accumulo e la concentrazione diventa piuttosto faticosa. Però credo che l'ultima mezz'ora, in un gran crescendo, ripaghi del tutto con un'arringa strepitosa. Sono convinta che l'arma vincente di questo film, che ha scongiurato il rischio di diventare un pesante documentario, siano la struttura e il montaggio, che riescono a scandire la narrazione e a gestire i tempi in maniera studiata e avvincente. Stone ha scelto di partire con il botto, con un intro dal montaggio incalzante, fatto di video e immagini d'archivio e una graditissima voce fuori campo per contestualizzare e mostrare l'omicidio. Ho trovato peraltro davvero azzeccato il fatto che la sparatoria ci venisse mostrata in maniera incompleta e parziale, attraverso gli schermi che guardano gli stessi increduli protagonisti, alimenta quella sete di conoscenza che si cerca continuamente di colmare durante il film. Tutta la grossa parte centrale è la parte che fa sempre più sentire il suo peso, quella che stordisce lo spettatore, aggiunge e aggiunge, fino a esplodere in un'arringa emozionante, dal montaggio serratissimo, di una forza tale che alla fine sei provato ed emozionato come il protagonista. Questa arringa, lunghissima, ma che tiene tutto il tempo col fiato sospeso, è a mio avviso il fiore all'occhiello del film, un virtuosismo, ma anche una grande prova che non si vede tutti i giorni al cinema. Fantastico anche Kevin Costner, che, dopo aver recitato la parte di un uomo ligio al dovere, anche piuttosto grigio, serio, dimesso, in tribunale s'infiamma sempre di più fino a commuoversi inaspettatamente. Non che la gran parte del film sia noiosa o monotona, anche questa è scandita da sequenze più o meno veloci (come gli adrenalinici riassuntoni di Susie xD), però diciamo che nel complesso, sì, è bella impegnativa.
    Credo che un giorno lo rivedrò per apprezzare il film che senza l'ansia di non perdere pezzi. Ad esempio, Leah e Enny giustamente mi facevate notare la qualità della ricostruzione delle fotografie o la recitazione e la somiglianza di Gary Oldman con il vero Lee, per non parlare della fotografia ecc., ecco, tutte cose che a una prima visione si è veramente troppo presi per poter apprezzare fino in fondo.
    Un film monumentale sia per il genere d'inchiesta (che a me piace molto) sia per il valore storico e l'ambizione, direi soddisfatta, di portare alla luce con grande coraggio, accuratezza e spirito di denuncia una vicenda così spinosa e intricata. Merita assolutamente una visione, se non fosse per il tema trattato, anche solo per il cast eccellente che viene dispiegato, certe sequenze memorabili e il montaggio che in alcune sequenze lascia a dir poco estasiati.
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    Grazie mille, aly! :D Sono felice che tu abbia apprezzato.

    Concordo con tutto quello che hai scritto sul film: sicuramente complesso, ma allo stesso tempo intrigante. La parte finale dell'arringa di Jim Garrison ritengo anche io che completi il quadro in maniera perfetta, in un cimax adrenalinico di rivelazioni e colpi di scena orchestrati con maestria da Oliver Stone e dai suoi montatori (ricordo che questo film ha vinto l'Oscar per la Miglior Fotografia e il Miglior Montaggio nel 1992).

    Se ti capiterà e ne avrai voglia, io ti consiglio vivamente di rivederlo, perché a ogni visione si scopre qualcosa di nuovo. Poi a te che piace il genere d'inchiesta! ;)

    Eheh, visto le foto? Io ed Enny ne abbiamo una cartella piena. XD
    Alcune c'è da dire che sono rifatte molto bene e nel film Gary Oldman è riuscito davvero a riportare in vita Lee Oswald... basta vedere i video di Oswald dopo l'arresto che ci sono su Youtube per rendersi conto di quanto Gary Oldman sia riuscito a calarsi nei panni di questo complesso ed enigmatico personaggio: parla allo stesso modo, si muove allo stesso modo...

    Per il resto, a me fa piacere se intervieni, aly! Anche solo per dire qualcosa che pensi o vorresti sapere tu: è bello avere un feedback da parte tua, così posso anche rendermi meglio conto di come scrivere questo riassunto...
    Mi sono dilungata troppo o sono riuscita a essere sintetica come promesso?
    Sono stata poco chiara?
    Troppo di parte? (sono ben conscia di avere l'animo complottista xD e, nonostante mi sia sforzata di essere il più neutra possibile, magari mi sono troppo sbilanciata in alcuni punti)

    Spero che tu abbia apprezzato le foto storiche. XD Avendone una cartella piena ho deciso di attingervi a piene mani. LOL

    Prestissimo arriverà la seconda parte. ;)
     
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Admin
    Posts
    32,891
    Location
    Hobbiton

    Status
    Offline
    Sei stata chiarissima e le immagini comparate, specie quando il film non faceva una palese copia dell'originale, ma prendeva solo ispirazione, una vera chicca xD
    Allora sì, te lo do uno spunto. Vorrei capire quanto effettivamente Oswald fosse capro espiatorio in tutta la faccenda. Durante tutto il film l'interesse maggiore era dimostrare l'esistenza di una cospirazione ai danni di Kennedy e far dubitare dell'opera di un pazzo solitario, puntando sull'improbabilità che Oswald avesse fatto tutto da solo e senza appoggi importanti. E questo non è difficile accettarlo. Ma durante tutto il film mi premeva sapere di Oswald xD Se accettiamo l'ipotesi del complotto, Oswald era partecipe di un'azione più grande di lui ed è stato incastrato ad arte per essere riconosciuto come unico colpevole o era addirittura innocente ed è stato messo al posto giusto e al momento giusto (l'impiego in quel palazzo non l'aveva ottenuto da pochissimo?). Per tutto il film sembra più verosimile la prima, anche perché Oswald non era proprio uno stinco di santo, poi però nell'arringa finale si insinua anche che Oswald non avrebbe potuto sparare quei colpi ed essere visto al bar pochi istanti dopo gli spari con tutte le scale che c'erano da scendere, oltre all'idiozia di lasciare in bella vista l'arma del delitto piena di impronte, di attardarsi nel palazzo ecc. Insomma mi piacerebbe vedere sviluppato questo punto al di là del film.
    Già su Skype ti avevo chiesto di Ruby, anche quello è interessante. Mai trovato qualcosa di significativo sul fatto che sia stato spinto a uccidere Oswald per insabbiare tutta la faccenda?
    Per il resto non mi lamenterei di qualsiasi cenno storico su movimenti sospetti, contatti con istituzioni e personaggi sospetti di Oswald o dei principali personaggi del film xD
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Sei stata chiarissima e le immagini comparate, specie quando il film non faceva una palese copia dell'originale, ma prendeva solo ispirazione, una vera chicca xD

    Sono contenta! :D Ho cercato di essere il più completa e precisa possibile senza dilungarmi troppo: so che la prolissità è un mio grande limite. XD
    CITAZIONE
    Allora sì, te lo do uno spunto. Vorrei capire quanto effettivamente Oswald fosse capro espiatorio in tutta la faccenda. […] Se accettiamo l'ipotesi del complotto, Oswald era partecipe di un'azione più grande di lui ed è stato incastrato ad arte per essere riconosciuto come unico colpevole o era addirittura innocente ed è stato messo al posto giusto e al momento giusto (l'impiego in quel palazzo non l'aveva ottenuto da pochissimo?) Per tutto il film sembra più verosimile la prima, anche perché Oswald non era proprio uno stinco di santo, poi però nell'arringa finale si insinua anche che Oswald non avrebbe potuto sparare quei colpi ed essere visto al bar pochi istanti dopo gli spari con tutte le scale che c'erano da scendere, oltre all'idiozia di lasciare in bella vista l'arma del delitto piena di impronte, di attardarsi nel palazzo ecc. Insomma mi piacerebbe vedere sviluppato questo punto al di là del film.

    Ovviamente, come saprai già e avrai chiaramente potuto arguire dalla complessità della vicenda, una risposta certa a queste tue interessantissime domande purtroppo non c'è. Io sto cercando di giungere a una risposta che convinca almeno me stessa e penso di aver trovato una soluzione per me soddisfacente. Naturalmente ti dirò che cosa ne penso io, ma prima preferirei portare avanti la sintesi storica in modo il più possibile neutro, così che anche tu possa farti una tua idea personale, non influenzata o mediata dal mio giudizio. ;)
    CITAZIONE
    Ma durante tutto il film mi premeva sapere di Oswald xD

    Esattamente come è successo a me. XD
    C'è poco da fare, la figura di Oswald, nel bene o nel male, è affascinante, per via del mistero che la circonda: io sono subito stata attratta dalla sua intricatissima psicologia, oltre che dalla sua storia. Perciò ti capisco quando dici che, più il film andava avanti più ti veniva la curiosità di sapere il più possibile su Lee Harvey Oswald. xD
    Immagino dunque che il taglio del mio discorso ti abbia reso felice, visto che essenzialmente ho scelto di concentrarmi proprio sulla vita e sulle vicende di Oswald. Mi sento quindi anche più libera di raccontare qualcosa di più su di lui (sempre senza esagerare, lo prometto :lol: : nel caso qualcosa ti interessasse o ti colpisse in modo particolare ti prego di dirmelo, così che io possa approfondire meglio ;) ), magari anche a livello psicologico o riguardo la sua vita privata.
    CITAZIONE
    Già su Skype ti avevo chiesto di Ruby, anche quello è interessante. Mai trovato qualcosa di significativo sul fatto che sia stato spinto a uccidere Oswald per insabbiare tutta la faccenda?

    Riguardo a Jack Ruby, ammetto la mia ignoranza, sono molto meno preparata. Ovviamente, nei vari libri che ho letto su Oswald, si faceva menzione anche di Ruby e si azzardavano (anche se non in tutti) delle ipotesi circa le sue motivazioni.
    Rispondendo subito alla tua domanda: prove concrete, come per l'assassinio di Kennedy, non ce ne sono, ma è probabile che nel caso di Ruby ci fosse dietro anche la mafia. Del resto – e ormai non è più certo un mistero – i Kennedy sono da sempre stati invischiati con la mafia: il padre del presidente Kennedy era un gangster irlandese che ha fatto una fortuna commerciando illegalmente liquori durante il Proibizionismo e i suoi contatti anche con la mafia italo-americana sono col tempo emersi: Joseph Kennedy era ad esempio amico di Frank Sinatra, il quale è stato a lungo per lui un contatto con il boss mafioso di Chicago Sam Giancana, erede de facto di Al Capone. Purtroppo, ripeto, ignoro tutti i risvolti della vicenda, al contrario di tutto ciò che riguarda Oswald, ma mi informerò meglio. ;)
    CITAZIONE
    Per il resto non mi lamenterei di qualsiasi cenno storico su movimenti sospetti, contatti con istituzioni e personaggi sospetti di Oswald o dei principali personaggi del film xD

    Allora ti assicuro che non avrai nulla di cui lamentarti. XD
    A prestissimo con la seconda parte! ;)
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    Continuo con la parte due. :D Volevo postarla ieri che ricorreva il 77 della nascita di Oswald, ma poi non ho fatto in tempo. :lol:

    6) Ritorno in America:
    jGGxZUP
    Oswald e la moglie Marina sul treno che, da Minsk, li avrebbe condotti a Mosca (dove dovevano ritirare i documenti per il viaggio) e a Rotterdam (Paesi Bassi), dove si sarebbero imbarcati per New York. Qui infine avrebbero preso un aereo per Dallas.


    I preparativi per il ritorno in America procurano quasi più problemi a Marina che non a Lee: la giovane viene infatti espulsa dal Komsomol (Unione comunista della gioventù, organizzazione giovanile del Partito Comunista dell'Unione Sovietica) non appena si diffonde la voce della sua intenzione di abbandonare la Russia a favore degli USA per seguire il marito. Il rientro di Lee invece – nonostante egli avesse disertato dal corpo dei marines, lasciato l'America mentendo circa la sua reale destinazione (al momento di farsi rilasciare il passaporto addusse come motivazione del proprio viaggio l'intento di andare a studiare presso un'Università svizzera) e, con ogni probabilità, rivelato segreti militari ai russi – non solo non venne ostacolato, ma anzi si può dire che venne facilitato, richiedendo più tempo del previsto solo perché Oswald era fermamente intenzionato a partire insieme alla moglie e alla figlia.
    Gli Oswald dunque giungono in America nel giugno del 1962, atterrando all'aeroporto di Love Field (Dallas, Texas). Dal giugno del 1962 fino all'aprile del 1963, la giovane coppia abita a Fort Worth (un'area urbana poco distante da Dallas), dapprima presso il fratello di Lee (Robert), poi presso la madre di lui e infine per conto proprio, in uno squallido appartamentino, tirando avanti con appena 4 dollari la settimana.

    7) La strana amicizia con George de Mohrenschildt:
    p5344825
    George de Mohrenschildt, facoltoso petroliere di Dallas di origini russe.


    Gli Oswald dunque vivono sotto la soglia di povertà (Lee, passa infatti da un lavoro all'altro, guadagnando poco più di un dollaro all'ora): sono così poveri che non possiedono neppure un lettino per la piccola June; eppure ciò non impedisce al ricchissimo petroliere George de Mohrenschildt di stringere amicizia con loro (in circostanze, anche qui, poco chiare: solo recentemente si è scoperto che de Mohrenschildt aveva contatti ad altissimo livello nella CIA). Egli si mostra sin da subito fin troppo interessato e caritatevole nei confronti della giovanissima, spiantata coppia di sposi: li copre di regali per la bambina e per Marina, fa loro visita nel degradato quartiere di Fort Worth anche ad ore improbabili della notte (vedi punto 8), li invita a feste sfarzose a casa sua, dove è presente la più alta società di Dallas. Egli giustificherà questo suo interessamento per gli Oswald asserendo di aver provato compassione e simpatia nei confronti di Marina, sua concittadina. Tuttavia, de Mohrenschildt, durante gli innumerevoli interrogatori della commissione Warren, non fece che cambiare continuamente versione e ovviamente non arrivò mai ad ammettere che, con ogni probabilità, il suo compito era quello di avvicinarsi il più possibile a Oswald per manovrarlo (c'è un termine tecnico nella CIA per questo tipo di lavoro: “babysitting”) a piacimento dei suoi superiori dei servizi segreti.
    De Mohrenschildt non solo aiuterà gli Oswald nei modi sopra elencati, ma sarà proprio lui a trovare a Lee un lavoro presso la Jaggars-Chiles-Stovall (anche qui, la cosa è piuttosto insolita, in quanto questa società tipografica e cartografica lavorava per l'esercito USA e aveva accesso a mappe militari della più alta segretezza: in circostanze normali, un ex-marine disertore come Oswald, sospettato di aver passato segreti militari ai russi, per ovvi motivi, mai avrebbe potuto lavorare in una simile azienda...).
    Altra stranezza che va ad aggiungersi alle numerose stranezze di questa bislacca amicizia, de Mohrenschildt apparteneva alla cosiddetta comunità di “russi bianchi” di Dallas, in chiara opposizione politica con i “russi rossi”: la sua famiglia infatti, di origine nobile, era fuggita dalla Russia quando i bolscevichi avevano rovesciato gli zar durante la Rivoluzione di Ottobre, pertanto faceva parte di quella ristretta cerchia di russi ferventemente anti-comunisti. Cosa dunque potevano mai avere in comune un vecchio magnate del petrolio capitalista e filo-nazista (de Mohrenschildt fu collaborazionista di Vichy durante la Seconda Guerra Mondiale) e un giovane americano economicamente spiantato e comunista? In apparenza non molto, eppure, durante il periodo che gli Oswald trascorsero a Dallas-Fort Worth, Lee ebbe diversi e ripetuti contatti con il ricco petroliere.
    Inoltre, proprio in quel periodo la giovane coppia di sposi attraversa una crisi destinata a protrarsi a sprazzi continuativi fino alla morte di Lee: lui e Marina litigano spesso e, in più di un'occasione, de Mohrenschildt esercita un'insistente pressione per separarli e accrescere le loro divergenze. In questo modo Oswald ha spesso occasione di restare da solo: la moglie infatti andrà a vivere per un lungo periodo con la figlioletta June a casa di Alexandra de Mohrenschildt, figlia di George. Questo periodo della vita di Oswald è oscuro, in quanto nessuno sa esattamente cosa facesse o chi frequentasse, ma sicuramente il suo più intimo amico in quel periodo è proprio de Mohrenschildt e sarà lui a parlare per la prima volta a Oswald del generale Edwin Walker.

    8) L'attentato al generale Walker:
    _2453765006
    Il generale Edwin Walker, l'uomo a cui – secondo quanto emerso dalle indagini della Commissione Warren – Lee Harvey Oswald sparò la notte del 10 aprile 1963. Il colpo non andò a segno e il generale riportò solo una ferita superficiale a un braccio.


    La vicenda è lunga, complessa ed estremamente controversa.
    Riassumendola in breve: nel marzo del 1963 Oswald, probabilmente sotto suggerimento di de Mohrenschildt, ordinò l'ormai famigerato fucile di precisione Mannlicher-Carcano, facendoselo spedire ad una casella postale registrata con il suo pseudonimo, A.J. Hidell. Ora, chiunque abbia letto qualche libro o visto qualche film americano ambientato nel Sud (in Texas in particolare), saprà che non ci voleva molto, agli inizi degli anni Sessanta, per procurarsi un fucile senza la possibilità di essere rintracciati: il fatto dunque che Oswald scelga di farselo spedire a una casella di posta rintracciabile invece di acquistarlo in contanti presso uno dei migliaia di negozi di armi del Texas suona quanto meno strano, specie se accettiamo la versione ufficiale secondo la quale egli ordinò quel fucile con già ben fermo nella mente l'intento di sparare al generale Walker (un estremista di destra).
    Ora, sul fatto che egli abbia effettivamente sparato al generale Walker pare (e sottolineo pare, perché anche qui la cosa è parecchio controversa, nonostante venga presentata da tutti come dato di fatto...) ci siano pochi dubbi (almeno in apparenza): interrogata dalla commissione Warren, fu la stessa Marina Oswald ad ammettere che Lee tentò di uccidere il generale Walker, così come ammise di essere stata lei a scattare la famosissima foto con il fucile che sarebbe diventata, di lì a poco, una delle “prove” più consistenti addotte dalla commissione Warren per dimostrare che Lee Oswald fu il solo a sparare a Kennedy.
    0EHaRml

    6a6fZDj

    Ecco due dei famosi scatti "incriminanti".
    Ora, sinceramente, per quanto mi riguarda, potrebbero benissimo essere autentici, ciò non sminuisce comunque neppure in minima parte la teoria del complotto, anzi, a mio parere la rafforza. XD Ad ogni modo, secondo quanto testimoniato dalla stessa Marina, il marito le fece scattare più versioni della stessa foto: una, dedicata da Lee alla figlioletta June, fu per ammissione di Marina da lei stessa bruciata appena dopo l'arresto del marito. Un'altra copia Lee la dedicò all'amico de Mohrenschildt e una terza copia arrivò "misteriosamente" nelle mani della polizia di Dallas, pochissimo tempo dopo l'assassinio di Kennedy, probabilmente consegnata all'FBI da Ruth Paine (di cui avrò modo di parlare meglio in seguito: vedi punto 9).

    Mettendo anche che quanto testimoniato da Marina corrisponda al vero
    è possibile... ma non va perso di vista il fatto che Marina – allora appena ventiduenne, con due bambine piccole a carico e assolutamente non in grado di esprimersi in un inglese corretto (il marito le parlava praticamente solo in russo) – fu segregata per settimane dai servizi segreti USA, i quali probabilmente la indottrinarono su cosa dire e come dirlo, con la minaccia tutt'altro che inconsistente di rimandarla in Russia. Inoltre, non va dimenticato che, interrogata dalla commissione Warren riguardo all'attentato al generale Walker, Marina disse anche molte cose sulla cui verità si hanno tuttora parecchie riserve: la più eclatante è sicuramente l'affermazione secondo la quale il marito avrebbe avuto l'intenzione di uccidere anche Richard Nixon ma lei sarebbe riuscita a fermarlo rinchiudendolo nella stanza da bagno. Ora, tralasciando il fatto che difficilmente una giovane donna minuta ed esile come Marina Oswald sarebbe riuscita, da sola, a fermare gli istinti omicidi di un uomo, per di più psichicamente instabile (questo è il ritratto che la commissione Warren ha voluto dare di Oswald) e che aveva prestato servizio nell'esercito (quindi senza dubbio fisicamente più forte di lei), ma il particolare più sconcertante di tutti è che la stanza da bagno dell'appartamento in cui vivevano gli Oswald ai tempi dell'attentato a Walker era sprovvista di serratura... difficilmente quindi Marina avrebbe potuto impedire a Lee di uccidere Nixon chiudendolo in bagno...


    ci sono tuttavia parecchie cose che non tornano. Ancora una volta, infatti, fu proprio George de Mohrenschildt a parlare (ripetutamente, insistentemente e quasi in maniera ossessiva) con Lee del generale Walker e, sebbene nessuna prova lo possa dimostrare, è probabile che abbia fatto lui stesso delle pressioni affinché il giovane gli sparasse (che fosse una sorta di prova o un incarico vero è proprio è impossibile stabilirlo). Pochi giorni prima dell'attentato, infatti, de Mohrenschildt aveva condotto con sé Lee da un amico, il quale aveva avuto un lunghissimo, appassionato colloquio politico a porte chiuse con Oswald, il cui tema principale era stato proprio il generale Walker.
    Infine, senza voler entrare nel merito della faccenda, mi limito a sottolineare il fatto che Walker si trovava seduto, quasi immobile, davanti a una finestra illuminata in piena notte a pochissimi metri di distanza dal cecchino: se Oswald – come ci è stato sempre fatto credere – avesse davvero ucciso Kennedy con tre colpi da campionato del mondo sparati in meno di sei secondi a un lontano bersaglio in movimento, come avrebbe potuto sbagliare un colpo tanto facile? Inoltre è piuttosto curioso, per non dire insolito, che le testimonianze rese alla Commissione Warren (di solito sempre sensibilmente diverse, per non dire diametralmente opposte e in contraddizione anche totale fra loro) coincidessero su un unico punto: chiunque avesse mai visto Oswald sparare (parlo nella fattispecie dei suoi commilitoni, degli amici con cui era andato a caccia in Russia, ma soprattutto dei suoi istruttori nel corpo dei marines, i quali, dopo averlo sottoposto a più esami di tiro per sondare le sue capacità con il fucile, non erano mai stati in grado di attribuirgli un grado più alto di quello di tiratore medio...) era d'accordo nel dire che egli fosse davvero un pessimo tiratore (non a caso nei marines non faceva il cecchino, ma l'operatore radar...).
    Tuttavia, la cosa più strana di tutte è sicuramente il fatto che, la notte in cui Oswald avrebbe sparato a Walker, de Mohrenschildt si presentò assolutamente inatteso a casa degli Oswald in piena notte (dovevano essere circa le 3 o le 4 del mattino, ora a dir poco indecente per una visita a sorpresa a casa di due amici con una bambina poco più che neonata) con la moglie e, secondo la sua testimonianza (cui fecero eco quella della moglie Jean e della stessa Marina Oswald), la prima cosa che disse varcata la soglia fu: “Lee, were you the one who took a pot-shot at General Walker?”.
    Molto è stato scritto circa questa bizzarra visita in piena notte (vedi punto 7) dei de Mohrenschildt agli Oswald: senza la pretesa di dare una risposta definitiva a questo dilemma, mi limito a far notare quante strane circostanze e situazioni comincino ad accavallarsi nella vita di Oswald, il quale si fa sempre più nervoso, anche in casa: è irrequieto, agitato, spesso violento nei confronti della moglie e ormai sempre più insofferente verso quella comunità di amici altolocati che, con i loro modi cordiali e mondani, sembrano tenerlo in trappola. Sarà la stessa Marina, dopo il fallito attentato al generale Walker, a suggerire a Lee di andarsene da Dallas, il che porterà il giovane ex-marine di nuovo nella sua città natale, New Orleans.

    To be continued...

     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    Questa parte la posto subito perché in teoria andrebbe a braccetto con quella sopra, ma essendo un po' lunga e non avendo ieri ancora finito di scriverla, la posto ora separatamente.

    Prima di affrontare la complessissima (diciamo pure incasinatissima xD) parte riguardante il periodo che Lee Harvey Oswald trascorse a New Orleans, ritengo sia necessario fare una digressione, concentrandomi sulla persona che fu in assoluto più vicina a Marina Oswald nei mesi che precedettero l'assassinio di Kennedy: Ruth Paine (che nel film di Stone viene chiamata Janet Williams).

    9) Ruth Paine:
    _2453765006
    Ruth Paine con il marito Michael all'uscita della sala dove furono sottoposti a interrogatorio dalla Commissione Warren


    Ruth Paine e suo marito Michael Paine vengono presentati agli Oswald durante una festa, il 22 febbraio del 1963, da George de Mohrenschildt: egli dice a Marina che Ruth ha bisogno di qualcuno con cui parlare russo per migliorare nell'apprendimento della lingua. Le due donne entrano subito in sintonia e si accordarono per delle lezioni settimanali. Fin qui non ci sarebbe niente di particolarmente strano o sospetto, se non fosse che l'incontro con i Paine aggiunge altre due persone alla (già lunga) lista di conoscenti degli Oswald invischiati con la CIA: Michael Paine infatti, come viene detto anche nel film di Stone, svolge un lavoro top-secret presso la Bell Helicopter e la sua famiglia, così come quella di Ruth, lavora per la United Fruit Company, nota società di copertura della CIA.
    Come è già stato detto in precedenza, in questo periodo i rapporti fra i due coniugi Oswald non sono idilliaci: Lee e Marina litigano spesso, talvolta anche violentemente, e la donna finisce per trascorre lunghi periodi a casa di amici e conoscenti, salvo poi riconciliarsi sempre con il marito.
    Lee e Marina avevano entrambi un carattere per natura bellicoso e polemico: essi pertanto finivano spesso a litigare anche per le cose più stupide, come ogni normale coppia di sposi (questo emerge molto chiaramente dalle registrazioni che il KGB fece delle loro conversazioni private, quando la coppia viveva ancora a Minsk). I due tuttavia, a detta di tutti i loro amici, hanno sempre fatto pace con la stessa irruenta passione con cui litigavano: potevano tranquillamente passare dal tirarsi i piatti a scambiarsi effusioni davanti agli occhi di tutti come una coppia di adolescenti nel giro di pochissimi giorni.
    I due litigavano dunque, ma non si può assolutamente dire che Lee avesse l'abitudine di picchiare la moglie, quando i due abitavano ancora in Russia. È interessante notare che le violenze fisiche vere e proprie (più di una volta Marina abbandonò il tetto coniugale con la bambina e un occhio nero lasciatole dal marito) ebbero inizio in un momento ben preciso, vale a dire quando George de Mohrenschildt fece il suo ingresso nella vita degli Oswald. Questo è infatti anche il momento in cui il carattere e il comportamento di Lee cominciano a cambiare sensibilmente, da tutti i punti di vista... (vedi punto 10)

    Ancora una volta però, George de Mohrenschildt si intromette nella vita coniugale (e non solo) degli Oswald, chiedendo a Ruth Paine di offrire a Marina ospitalità a tempo indeterminato in seguito a uno dei suoi numerosi litigi con il marito. Quello che, inizialmente, potrebbe apparire come un gesto di gentilezza assume ben presto toni piuttosto insistenti: Ruth Paine scrive infatti un numero davvero notevole di lettere a Marina, in cui insiste che la giovane donna abbandoni il tetto coniugale per andare a vivere con lei a Dallas. Curioso che una donna sposata (in procinto di divorziare, ma ancora regolarmente sposata) e con due figli piccoli segua così alla lettera il consiglio dell'amico de Mohrenschildt, insistendo essenzialmente per prendersi in casa una perfetta sconosciuta e la sua bambina di appena un anno... per di più, le insistenze di Ruth su questo punto non cessano neppure quando marito e moglie, riconciliatisi, tornano a vivere insieme e Marina rimane nuovamente incinta.
    Marina Oswald si trasferirà la prima volta da Ruth Paine per un breve periodo di tempo nell'aprile del 1963, in attesa di poter raggiungere il marito a New Orleans: Lee infatti ha lasciato Dallas in seguito all'attentato al generale Walker e ha preceduto moglie e figlia in Louisiana in attesa di sistemarsi e trovare un lavoro. Sarà la stessa Ruth ad accompagnare in macchina Marina e June a New Orleans, poche settimane dopo.
    Infine, Marina si trasferisce in maniera definitiva da Ruth nel settembre del 1963: lei e Lee non si separarono mai (né, a detta di Marina, c'era la reale intenzione di separarsi), ma presero di comune accordo la decisione di vivere separati, almeno finché non avessero trovato un posto decente in cui abitare. Lee fa visita a moglie e figlia ogni week-end, talvolta restando anche a dormire con Marina a casa di Ruth, ma per il resto della settimana, ancora una volta, nessuno sa cosa faccia o chi frequenti; si sa solo che viveva sotto lo pseudonimo di O. H. Lee in un'economica pensione di Dallas.
    Tornando a Ruth Paine, molte furono le stranezze e le ambiguità nel suo comportamento. Si tratta perlopiù di piccolissimi particolari, dettagli che quasi si perdono in un quadro di apparente generosità e carità cristiana nei confronti di una famiglia in difficoltà. Ruth infatti, in apparenza, si comportò sempre da amica con Marina e Lee: non solo accolse in casa la giovane donna (ormai quasi all'ottavo mese di gravidanza) e la sua bambina, ma fu proprio grazie a lei che Oswald ottenne lavoro nell'ormai famigerato deposito dei libri di Dallas...
    Curioso come, ancora una volta, una persona con contatti nella CIA si dia tanta pena per Lee, fino addirittura a trovargli un impiego (come aveva già fatto de Mohrenschildt in passato, ma dopo l'attentato al generale Walker l'amicizia fra Oswald e il ricco petroliere era stata troncata bruscamente, quindi non poteva più essere lui a occuparsi direttamente del giovane).

    Inoltre, Ruth Paine mise il proprio garage a totale disposizione degli Oswald, affinché potessero riporci i propri effetti personali in attesa di una sistemazione e in questo garage vennero riposte tre delle “prove” maggiormente incriminanti ai danni di Oswald: il fucile Carcano (avvolto in una coperta), la fotografia di Lee con il fucile e una lettera in russo che Lee aveva scritto a Marina poco prima di sparare al generale Walker, in cui le dava istruzioni su cosa fare nel caso fosse stato arrestato o non fosse più tornato. Queste ultime due prove finirono, nel giro di davvero pochissimo tempo, nelle mani della polizia di Dallas e, con ogni probabilità, fu Ruth stessa a consegnarle, il che presuppone che avesse frugato con estrema meticolosità ed attenzione fra gli oggetti personali di Marina ben prima dell'assassinio di Kennedy.
    ruth-paine
    Ruth Paine con in braccio il figlio davanti al garage di casa sua, dove Lee Oswald nascose, avvolgendolo in una coperta, il proprio fucile.

    Non solo Ruth Paine consegnò queste cosiddette prove alla polizia, ma diede anche libero accesso in casa propria ai fotografi, permettendo loro di fotografare Marina, le sue due bambine e la suocera poche ore dopo l'arresto di Lee, comportamento che Marguerite Oswald non gradì affatto. Alcuni di questi scatti li ho riportati sotto spoiler.

    AL07R6X
    Marina Oswald (destra) e Ruth Paine (sinistra).

    JB0FhRO
    Marina e Marguerite Oswald nella cucina di Ruth Paine (al centro, sullo sfondo), la mattina del 23 novembre 1963.

    0DZmDga
    Marina (con in braccio la neonata Rachel) e Marguerite Oswald nel salotto di Ruth Paine (a sinistra).


    Ancora una volta, non entro nel merito del coinvolgimento dei Paine nella vicenda, ma molti dei loro comportamenti e atteggiamenti nei confronti degli Oswald, leggendoli tutti insieme, mi sono sembrati parecchio strani e sospetti. Ancor più sospetto è il fatto che di loro Jim Garrison (quando cercò di riaprire il caso dell'omicidio di Kennedy) non poté ottenere neppure la dichiarazione dei redditi, in quanto secretata: nessun altro testimone chiave fu mai sottoposto a un trattamento così riservato e protetto come i Paine. Un'ulteriore stranezza, specie se si considerano i loro agganci con la CIA...

    To be continued...



    Edited by *Leah - 26/10/2016, 19:24
     
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Group
    Admin
    Posts
    32,891
    Location
    Hobbiton

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    C'è poco da fare, la figura di Oswald, nel bene o nel male, è affascinante, per via del mistero che la circonda: io sono subito stata attratta dalla sua intricatissima psicologia, oltre che dalla sua storia. Perciò ti capisco quando dici che, più il film andava avanti più ti veniva la curiosità di sapere il più possibile su Lee Harvey Oswald. xD

    Sì, più che essere affascinata dalla personalità, la storia era costellata di punti così oscuri e avvincenti che volevo fare chiarezza e poi la mia curiosità era alimentata da un senso di giustizia, ha cominciato a insinuarsi il tarlo che, avesse sparato o meno da quel deposito, doveva essere stato incastrato e non se n'è più voluto andare xD

    Ma la responsabilità dell'attentato ai danni del generale Warren è emerso grazie alla Commissione Warren o prima? Oswald si è mai difeso dall'accusa?

    Queste amicizie sono in effetti morbose e inquietanti, sarebbe veramente pazzesco se avessero preparato il terreno fin da quando Oswald era in Russia per farlo diventare in maniera così subdola l'indiziato perfetto...
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Sì, più che essere affascinata dalla personalità, la storia era costellata di punti così oscuri e avvincenti che volevo fare chiarezza e poi la mia curiosità era alimentata da un senso di giustizia, ha cominciato a insinuarsi il tarlo che, avesse sparato o meno da quel deposito, doveva essere stato incastrato e non se n'è più voluto andare xD

    Ti capisco perfettamente: è la stessa cosa che è successa a me. ;)

    CITAZIONE
    Ma la responsabilità dell'attentato ai danni del generale Warren è emerso grazie alla Commissione Warren o prima? Oswald si è mai difeso dall'accusa?

    Oswald, quando era ancora in vita, non fu mai arrestato, né incriminato, né processato per l'attentato al generale Walker.
    La verità è che non ci sono prove concrete che sia stato Oswald a sparare a Walker e la Commissione Warren – avendo bisogno di prove che puntellassero l’accusa contro Oswald e che dimostrassero la sua presunta inclinazione alla violenza – si accontentò delle parole di una sola testimone, Marina Oswald.
    Come ho scritto anche sopra, la testimonianza di Marina ebbe un'importanza centrale quando, essendo la moglie dell' “imputato”, ogni suo intervento avrebbe dovuto essere considerato quanto meno parziale; inoltre, come ho detto, la storia che raccontò di Oswald rinchiuso nel bagno senza serratura non regge...

    Infatti, ciò che emerse dalle indagini fatte in seguito all'attentato al generale dalla polizia di Dallas, portò a risultati piuttosto diversi da quanto la Commissione Warren cercò di sostenere:

    1) L’unico testimone, un ragazzo di 15 anni, dichiarò che dopo aver sentito lo sparo vide due uomini allontanarsi su due diverse auto (Oswald non aveva la patente e non sapeva guidare).
    2) Bob Surrey, guardia del corpo di Walker, testimoniò che due giorni prima dell’attentato, aveva visto due uomini aggirarsi dietro la casa, e appena si era avvicinato questi erano fuggiti a bordo di un’auto senza targa.
    3) La polizia di Dallas concluse che la pallottola, andata a vuoto, era una calibro 7.65, ma il calibro delle pallottole del fucile Carcano di Oswald era 6.5 mm.

    CITAZIONE
    Queste amicizie sono in effetti morbose e inquietanti, sarebbe veramente pazzesco se avessero preparato il terreno fin da quando Oswald era in Russia per farlo diventare in maniera così subdola l'indiziato perfetto...

    Questo è proprio ciò che Jim Garrison ha cercato di dimostrare ed è alquanto probabile che e cose siano andate proprio così. Lo vedrai meglio quando scriverò di Oswald a New Orleans, una delle parti più incasinate e misteriose della sua vita... infatti credo che mi ci vorrà un po' per scriverla. XD

    Riguardo alle amicizie di Oswald, sì, erano quanto meno sospette: de Mohrenschildt in particolare (che, tra l'altro, si suicidò quando, anni dopo, volevano richiamarlo a testimoniare circa la sua amicizia con Oswald), ma anche Ruth Paine e suo marito, per non parlare di David Ferrie e Clay Shaw...

    Ti sono piaciute queste nuove parti? :)
    Cosa ti ha interessato/colpito di più? :D
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    Come ho già avuto modo di dire, la parte riguardante il periodo che Lee Harvey Oswald trascorse a New Orleans è fra le più intricate, complicate e controverse (per non dire incerte) della sua vita. Ho deciso pertanto di trattarla per sommi capi, entrando nel merito solo delle questioni più eclatanti senza dilungarmi nel dettaglio, in quanto il rischio sarebbe quello di compromettere la chiarezza del quadro generale.

    10) Ritorno a New Orleans
    x8rmx0B
    Oswald intento a distribuire volantini pro-Cuba in pieno centro a New Orleans


    Nell'aprile del 1963 Oswald fa dunque ritorno a New Orleans, sua città natale, probabilmente in seguito al fallito attentato alla vita del generale Walker. Marina e June, per il momento, restano in Texas, in attesa che Lee trovi una sistemazione e un lavoro. Sarà Ruth Paine ad accompagnare Marina (incinta di circa tre mesi) e la piccola June in macchina fino a New Orleans, in maggio. Gli Oswald tornano dunque a vivere insieme in una piccola casetta con giardino in Magazine Street
    800px-Magazine_Street_Jessie_James_Garner_Bldg_Sept_2009
    Come appare oggi la casa degli Oswald a New Orleans, Magazine Street
    hEHPSnd
    Marina, chiaramente incinta, e la piccola June nel giardino della loro casa in Magazine Street (New Orleans), nell'estate del 1963.

    e Lee trova finalmente un lavoro come operaio (addetto alla lubrificazione della macchina per la torrefazione del caffè) presso la Reily Coffee Company. Nonostante l'apparente normalità di questa nuova situazione lavorativa, ancora una volta, una serie di strane coincidenze ci portano a dubitare di questa normalità: suona infatti parecchio sospetto il fatto che, nel giro di un brevissimo arco di tempo, tutti gli operai impiegati presso la Reily Coffee Company nello stesso periodo di Oswald (approssimativamente fra il maggio e il giugno del 1963) lasciarono la società per andare a ricoprire ruoli di prestigio presso la NASA. Questo fatto – di per sé a dir poco insolito – porta automaticamente a pensare che la Reily Coffee Company, ben lungi dall'essere solo una fabbrica dedita alla torrefazione del caffè, potesse in realtà essere una società di copertura, proprio come la United Fruit Company per la CIA (vedi punto 9).
    Dopo essere stato licenziato (Lee lasciò la Reily Coffee Company in giugno in seguito a un licenziamento, dovuto al suo scarso rendimento come operaio: questa almeno fu la spiegazione ufficiale...), Oswald impiegò la maggior parte del suo tempo nella sua ormai notissima crociata pro-Cuba.
    VYRoIJY
    Oswald intento a distribuire volantini pro-Cuba in pieno centro a New Orleans. Interessante notare che questa sua impresa venne ripresa anche da una tv locale (ecco il perché della gif: si tratta di materiale di archivio originale).

    Egli infatti, già in maggio, aveva scritto al quartier generale del Fair Play for Cuba Committee, chiedendo il permesso di aprire una succursale a New Orleans. Tuttavia – cosa ancora una volta piuttosto strana – nei fatti, egli rimase il solo ed unico membro del comitato da lui stesso fondato: sulla lista ufficiale degli iscritti risultavano infatti i nomi dello stesso Oswald, in qualità di segretario, e di un certo A.J. Hidell, il quale altro non era che uno pseudonimo dello stesso Oswald. Questi fatti – che presi singolarmente sembrano avere poco senso e nessun nesso fra loro – appaiono decisamente meno incomprensibili se messi in relazione con gli strani rapporti che Oswald intrattenne, durante il suo soggiorno estivo a New Orleans, con l'ex agente FBI Guy Bunnister, il pilota David Ferrie e il loro gruppo di cubani anti-castristi: Oliver Stone, nel suo film, spiega questi rapporti molto meglio di quanto possa fare io, ma appare quanto meno singolare che un uomo come Lee Oswald, apparentemente devoto alla causa della Cuba comunista di Fidel Castro (tanto devoto da distribuire volantini pro-Cuba in pieno centro di New Orleans), frequentasse uomini chiaramente schierati dall'altra parte (Ferrie era in prima linea nell'Operazione Mangusta, organizzata dalla CIA, il cui obiettivo principale era quello di destabilizzare il governo comunista di Fidel Castro). L'unica spiegazione convincente è che Lee Oswald fosse stato impiegato da Guy Bannister come agente provocatore, probabilmente con l'intento di schedare i simpatizzanti con la causa cubana in quel di New Orleans.
    Nonostante Oswald distribuisse materiale apertamente comunista praticamente sotto l'ufficio di Guy Bannister e a solo pochi isolati dalle sedi principali dei Servizi Segreti e della Marina, non ebbe mai nessun tipo di problema fino a quando non venne arrestato per “disturbo della quiete pubblica” in seguito a un tafferuglio con alcuni cubani anti-castristi.
    c6vu3kN
    Mug shot di Oswald in seguito all'arresto per disturbo della quiete pubblica il 9 agosto del 1963, New Orleans
    Venne rilasciato nel giro di 24 ore, dopo aver avuto un colloquio privato con l'agente dell'FBI John Quigley il quale, dopo averlo interrogato, bruciò gli appunti presi durante il colloquio. Il fatto che un agente dell'FBI potesse bruciare gli appunti presi durante l'interrogatorio di un Comunista dichiarato, arrestato mentre era intento a fare propaganda pro Cuba non ha alcun senso, a meno che non si prenda in considerazione l'idea che tali appunti contenessero qualcosa di, in qualche modo, “compromettente”.
    Come se non bastasse, una volta rilasciato, l'attività platealmente comunista e filo-castrista di Oswald non cessa, bensì aumenta di intensità e Lee viene addirittura intervistato da una radio locale (WDSU) sulle sue credenze marxiste e le motivazioni del suo supporto a Castro. Insomma, gli viene offerta un'attenzione mediatica fuori dal comune date le sue convinzioni ideologiche, decisamente impopolari nell'America degli anni Sessanta.
    VLu7Rgm gQwzahr 8iVSOWt
    Ripresa televisiva dell'intervista radiofonica di Oswald, durante la quale espresse chiaramente le sue idee sul Comunismo e su Cuba.

    Ancora una volta molte sono le cose che non tornano...
    Anche i rapporti con la moglie Marina e le sue manifestazioni domestiche riflettono la stessa ambiguità: Lee comincia infatti a manifestare sempre più spesso il desiderio di lasciare gli Stati Uniti. Oswald sembra infatti diviso fra il desiderio di tornare in Russia, a Minsk, nella speranza di tornare alla vita semplice e serena che lui e Marina conducevano durante i primissimi tempi del loro matrimonio (a questo proposito, Lee obbligherà Marina a scrivere all'ambasciata Sovietica per farsi rilasciare un visto d'uscita per lei e la bambina: lui le avrebbe raggiunte in un secondo momento) e, dall'altra parte, la smania di unirsi alla causa cubana e di mettere le sue conoscenze militari al servizio dei guerriglieri di Castro (figura che sembra essere diventata centrale in questa parte della sua vita, a tal punto che, come disse più volte a Marina, avrebbe voluto chiamare Fidel il bambino, se fosse nato maschio).
    È dunque in questo quadro a dir poco caotico e contraddittorio che, dopo aver fatto tornare moglie e figlia a Dallas, Oswald partirà per il Messico.

    11) Città del Messico e il falso Oswald
    LHO25-mystery-man-crop
    Fotografia scattata fuori dall'ambasciata cubana a Città del Messico da apparecchi fotografici dei Sevizi Segreti
    e presentata come “prova” alla Commissione Warren.
    Può sembrare incredibile, ma l'uomo ritratto nella foto venne spacciato per Oswald dalla Commissione Warren...


    La vicenda è più che mai controversa. Secondo varie testimonianze, dopo essersi separato da moglie e figlia, Oswald lasciò New Orleans, diretto a Città del Messico. Giunto qui si recò dapprima all'ambasciata Sovietica e in seguito a quella Cubana, cercando di ottenere un visto d'uscita. All'ambasciata Sovietica Oswald, visibilmente provato a livello sia fisico che mentale, riferì agli ufficiali consolari (molti dei quali membri del KGB) che la sua vita era in pericolo e che desiderava lasciare il paese e far ritorno in Unione Sovietica con la propria famiglia. Tuttavia, entrambe le ambasciate respinsero la sua richiesta, costringendolo a fare ritorno a Dallas.
    Nonostante le testimonianze, che collocavano inequivocabilmente Oswald all'ambasciata Sovietica e all'ambasciata Cubana, quando la Commissione Warren chiese che venissero consegnate le fotografie di Oswald (fuori dall'ambasciata Sovietica erano montate macchine fotografiche che fotografavano chiunque uscisse o entrasse, per ragioni di sicurezza, legata ai pessimi rapporti con l'URSS) venne loro consegnata (con un grande ritardo) la fotografia di un uomo tarchiato, visibilmente stempiato, con almeno il doppio dell'età di Lee, che tuttavia venne spacciato per Oswald...

    To be continued...



    Edited by *Leah - 18/3/2017, 10:29
     
    .
  13.  
    .
    Avatar


    Group
    Admin
    Posts
    32,891
    Location
    Hobbiton

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Ti sono piaciute queste nuove parti? :)
    Cosa ti ha interessato/colpito di più? :D

    Certo, è come leggere la parte finale di un romanzo giallo in cui tutti i nodi vengono al pettine (la mia parte preferita) :D
    Ma tutto per la verità, anche se probabilmente sia l'atteggiamento di Mohrenschildt sia l'attentato al generale Warren sono le cose che mi hanno intrigata di più

    CITAZIONE
    Bob Surrey, guardia del corpo di Walker, testimoniò che due giorni prima dell’attentato, aveva visto due uomini aggirarsi dietro la casa, e appena si era avvicinato questi erano fuggiti a bordo di un’auto senza targa.

    Che fossero Jake e Bill? :lol:

    In realtà però mi interessava quest'ultima parte dell'impegno cubano e delle frequentazioni sospette perché nel film mi era risultata molto confusa...
    Ma ancora non sono sicura di aver capito bene
    CITAZIONE
    L'unica spiegazione convincente è che Lee Oswald fosse stato impiegato da Guy Bannister come agente provocatore, probabilmente con l'intento di schedare i simpatizzanti con la causa cubana in quel di New Orleans.

    cioè Bannister avrebbe assoldato Oswald per fare volantinaggio, senza rivelare di essere anti-castrista, e avrebbe mantenuto contatti con lui, per schedare i simpatizzanti con la causa cubana? Ma che utilità ha per l'indagine? Cioè capisco che tutte queste attività mostrino come Oswald venisse fatto agire in maniera abbastanza indisturbata, anzi venisse quasi incoraggiato a mostrare apertamente il suo comunismo, però alla fine era stato anche arrestato, forse ingenuamente a me non sembra che ci sia nulla di eccessivamente strano in tutto questo... se non che quest'uomo avesse una vita sempre più incasinata e iperattiva xD

    Ma che pro fornire una falsa prova che Oswald si sia recato all'ambasciata dell'Unione Sovietica? Per riparare ad una distruzione delle prove che lui sia stato lì, che avessero respinto la sua richiesta di espatrio? Scusa, ma a capire certi passaggi sono un po' tarda

    Devo confessare una cosa un po' off-topic, io mi ero persa in 22/11/63 il trasferimento a New Orleans... la foto della casetta che hai postato mi ha sollevato, non so, mi sono persa un pezzo, mi sono distratta, non capivo come mai ad un certo punto la casa popolare di Fort Wort fosse diventato un villino a due piani. In arrivo comunque anche il commento sulla serie tv xD
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    There is no escape—we pay for the violence of our ancestors.

    Group
    Cinefilo DOC
    Posts
    7,802
    Location
    London Calling

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    Certo, è come leggere la parte finale di un romanzo giallo in cui tutti i nodi vengono al pettine (la mia parte preferita) :D
    Ma tutto per la verità, anche se probabilmente sia l'atteggiamento di Mohrenschildt sia l'attentato al generale Warren sono le cose che mi hanno intrigata di più

    Ah, sono molto contenta! :D
    Sì, la vita di Oswald è decisamente peggio di un giallo: è un incrocio fra un giallo, una spy-story, un thriller e, talvolta, un romanzo d'amore tormentato (il matrimonio fra lui e Marina aveva risvolti parecchio intricati e intriganti...).

    CITAZIONE
    Che fossero Jake e Bill? :lol:

    In realtà però mi interessava quest'ultima parte dell'impegno cubano e delle frequentazioni sospette perché nel film mi era risultata molto confusa...
    Ma ancora non sono sicura di aver capito bene

    LOL :lol:
    Cavolo, forse sì! Sono stati loro, in realtà! u.u xD

    Già... purtroppo quella parte era molto confusa perché è confusa proprio di suo. xD
    Anzi, il film JFK è la sede in cui ho visto trattato meglio e con più accuratezza il periodo di New Orleans. Io ho sintetizzato perché so quanto sia confusa e mi aspettavo più che altro le tue domande, così da poter approfondire solo quello che ti interessava, perché se no il resto è davvero troppo intricato.

    CITAZIONE
    cioè Bannister avrebbe assoldato Oswald per fare volantinaggio, senza rivelare di essere anti-castrista, e avrebbe mantenuto contatti con lui, per schedare i simpatizzanti con la causa cubana? Ma che utilità ha per l'indagine?

    La tua domanda è più che legittima e intelligente. Cosa c'entra il fatto che distribuisse volantini pro-Castro a New Orleans con l'indagine per l'assassinio di Kennedy? La risposta è: assolutamente nulla. XD Ma il punto è proprio questo: la Commissione Warren si è servita di moltissime prove che nulla avevano a che fare con l'omicidio di Kennedy, al solo scopo di far quadrare la loro tesi del folle solitario di ideologia comunista.
    Oswald era stato sì arrestato, ma per “disturbo alla quiete pubblica”, ovvero per essere stato coinvolto in una lite con alcuni cubani anti-castristi, NON per aver distribuito volantini apertamente comunisti in piena New Orleans, in un periodo in cui un cittadino americano non aveva neppure il permesso di recarsi a Cuba (lasciare gli USA per Cuba era, all'epoca, illegale) e in cui il Comunismo era visto come fumo negli occhi da qualsiasi americano. La cosa più strana è il fatto che abbiano bruciato tutti gli appunti presi in seguito al suo interrogatorio. Gli appunti presi durante un interrogatorio da parte dell'FBI sono prove e in ogni caso vanno archiviati, l'idea di distruggerli è assolutamente impensabile e insensata (come diceva anche Jim Garrison nel film JFK), eppure sembrava che la prassi con Oswald fosse quella di distruggere tutto il materiale su di lui (è successo in più di un'occasione)... questo non ti sembra strano?

    CITAZIONE
    Ma che pro fornire una falsa prova che Oswald si sia recato all'ambasciata dell'Unione Sovietica?
    Scusa, ma a capire certi passaggi sono un po' tarda

    Tranquilla, non sei tu: è proprio la vicenda che è intricata e neppure io posso darti una risposta certa, nonostante i 100000 libri che ho letto sull'argomento. xD
    Detta in parole semplici, il fatto che Oswald si fosse recato in Messico per ottenere un visto per raggiungere Cuba e/o l'URSS dimostrava, ancora una volta, la sua ideologia comunista, la quale era il fulcro dell'intera indagine della Commissione Warren. Far credere che Oswald fosse una spia sovietica e/o di Castro e che avesse ucciso Kennedy su ordine di uno o dell'altro governo era lo scopo principe della Commissione. Il KGB intervenne in seguito per minare la tesi di Oswald spia sovietica (sicuramente la più solida delle due, visto il lunghissimo soggiorno di Oswald in Russia ai tempi della sua giovinezza), in quanto avrebbe avuto ripercussioni a dir poco disastrose sulla diplomazia internazionale e sui rapporti già scricchiolanti fra USA e URSS. La pista castrista non era altrettanto solida (al contrario della Russia, Oswald non era mai stato a Cuba e il fatto che ci avesse provato non era una prova sufficiente dei suoi presunti rapporti con il governo di Castro, neppure per la Commissione Warren) e pertanto venne ben presto abbandonata anche quella, giungendo alla conclusione che Oswald aveva agito da solo in seguito a un raptus di follia omicida.
    In poche parole, tutto questo serviva alla Commissione per dimostrare il coinvolgimento di Oswald con i Servizi Segreti di altri governi nemici degli USA.
    Spero di essere stata abbastanza chiara... la cosa è davvero molto complicata e non so se mi sono spiegata benissimo. :ehm:

    CITAZIONE
    Devo confessare una cosa un po' off-topic, io mi ero persa in 22/11/63 il trasferimento a New Orleans... la foto della casetta che hai postato mi ha sollevato, non so, mi sono persa un pezzo, mi sono distratta, non capivo come mai ad un certo punto la casa popolare di Fort Wort fosse diventato un villino a due piani. In arrivo comunque anche il commento sulla serie tv xD

    Mi aggancio subito al tuo OT e ti dico che nel telefilm la parte di Oswald a New Orleans viene completamente saltata: se ne fa cenno, ma Jake e Bill non se ne vanno mai da Dallas, mentre gli Oswald ad un certo punto se ne vanno e noi, dovendo seguire le vicende di Jake, perdiamo di vista Lee e Marina.
    La casetta che ho postato sopra non era quella del telefilm (che poi è la stessa a due piani della famosa foto con il fucile), ma la casa dove gli Oswald abitavano a New Orleans.
    Quella del telefilm è questa, che in 11.22.63 è stata perfettamente ricostruita.


    Ad ogni modo, giusto per la cronaca e per appianare le tue giuste perplessità, gli Oswald cambiarono casa parecchie volte, una volta arrivati in America. Quindi la confusione è dietro l'angolo. :lol:

    Ho letto tutto nel topic di 11.22.63 e ora ti rispondo anche lì. Spero qui di essermi spiegata e, appena riuscirò, posterò anche le parti conclusive sull'assassinio e l'arresto. ;)
     
    .
  15.  
    .
    Avatar


    Group
    Admin
    Posts
    32,891
    Location
    Hobbiton

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    La cosa più strana è il fatto che abbiano bruciato tutti gli appunti presi in seguito al suo interrogatorio. Gli appunti presi durante un interrogatorio da parte dell'FBI sono prove e in ogni caso vanno archiviati, l'idea di distruggerli è assolutamente impensabile e insensata (come diceva anche Jim Garrison nel film JFK), eppure sembrava che la prassi con Oswald fosse quella di distruggere tutto il materiale su di lui (è successo in più di un'occasione)... questo non ti sembra strano?

    Certo, è strano, ma a che pro bruciarli se già solo il fatto che Lee fosse stato arrestato mentre distribuiva volantini e faceva propaganda comunista bastava da sé ad alimentare sospetti su di lui? Bruciare dei documenti è comunque sospetto, ma un po' meno se il non bruciarli non avrebbe cambiato granché la questione...

    CITAZIONE
    In poche parole, tutto questo serviva alla Commissione per dimostrare il coinvolgimento di Oswald con i Servizi Segreti di altri governi nemici degli USA.

    Ah quindi probabilmente era più semplice di quanto mi fossi immaginata xD Dal momento che lui ci era andato veramente (o meglio, tu parli di testimonianze inequivocabili), non capivo perché fornire una prova falsa della sua presenza... non ce la dovevano avere comunque? Poi potevano usarla per alimentare sospetti infondati xD
    Io pensavo invece che potessero aver nascosto le tracce della sua presenza lì, perché boh, strano aver negato il permesso di lasciare il Paese ad una persona così filo-russa, filo-cubana e filo-comunista, lasciata però agire indisturbata e senza sorveglianza, ma, visto che come hai detto tu, le testimonianze della sua presenza lì erano inequivocabili, avessero rimediato con una fotografia falsa... insinuando che fosse lì come spia russa e non come cittadino braccato che voleva tornare nel suo Paese d'adozione...

    CITAZIONE
    Quella del telefilm è questa, che in 11.22.63 è stata perfettamente ricostruita.

    No aspetta, sono confusa... all'inizio loro si stabiliscono in una specie di quartiere popolare di case tutte attaccate con i mattoncini rossi...
    Poi ad un certo punto diventa una casetta bianca a due piani, che tra l'altro, sono sicura, anche nel telefilm è in Magazine Street, perché Jake la cita quando cerca di ricordarsi il nome della strada in cui abitava...
     
    .
43 replies since 26/8/2016, 15:56   1512 views
  Share  
.
Top
Top