Onward

di Dan Scanlon

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  1. ~alyps~
     
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    Obiettivamente non uno dei migliori film Pixar, ma mi è piaciuto comunque tantissimo, senza neanche un pizzico di delusione: anzi mi ha lasciato una sensazione di felicità cristallina per la semplicità e la dolcezza con cui è stato affrontato un tema molto delicato e adulto, che qualcuno avrebbe qualche remora a sottoporre a dei bambini, e che io ho trovato in realtà trattato in maniera incantevole per chiunque.
    Insomma, su questo i fan della Pixar come me possono stare tranquilli: il punto forte di questa casa d'animazione è stato sempre la capacità di costruire storie di crescita in maniera fantasiosa, ironica e molto matura allo stesso tempo, soprattutto, cosa che io amo sempre, dal finale dolceamaro. E questo film ha veramente tutto questo.

    Quello che gli manca è un'ambientazione visionaria e curata come quelle a cui siamo stati abituati, e che secondo me è un altro, non trascurabile, punto di forza dei film Pixar. La si può vedere questa come una scelta, per la volontà esplicita di ricreare un mondo che, per quanto pieno di elfi, fatine, troll e altre creature fantastiche, ha perso completamente o quasi la sua magia ed è quindi molto simile al nostro. Peccato però che questa nei dettagli sia appunto un'ambientazione meno fantasiosa del solito e che scarseggino quelle regole e trovate brillanti (del mondo dell'aldilà, dei giocattoli, delle emozioni, dei mostri) che sorprendono in continuazione. Inoltre c'è uno spunto molto interessante dato all'inizio che è stato quasi un peccato lasciare ai margini del racconto e che ho sentito trattato come un difetto da molti, anche se per me non totalmente. La premessa all'incantesimo che dà il via a tutta la vicenda, infatti, è che nel mondo dei protagonisti la magia sia stata completamente dimenticata perché è per pochi che la sanno usare, è poco controllabile, poco democratica, mentre la tecnologia è più semplice, pratica e soprattutto alla portata di tutti. Pian piano viene quindi abbandonata e le differenze tra razze o creature mostruose vengono appiattite in una convivenza ordinaria e pacifica. Ci si aspetterebbe quasi da questo spunto una storia che esplori o magari metta in discussione questa volontà di livellamento sociale (come ne Gli incredibili o in Zootropolis ad esempio), ma in realtà è solo un pretesto per parlare più di un aspetto "psicologico" e individuale. La magia come qualcosa di perduto, obsoleto, difficile da gestire e piano piano rimpiazzato con le comodità tecnologiche, diventa infatti una metafora per indicare tutto ciò che non è legato ad un'utilità pratica... è la memoria di un passato inutile, ma degno di essere ricordato e trasmesso, è uno slancio di vita da cercare nel profondo, un sogno, un desiderio d'avventura, una passione, una fede, un istinto, qualcosa che non pensiamo che serva a qualcosa o sia in linea o accettata dal mondo circostante. Insomma la magia di questo film, è tutto ciò che è sopito, nascosto e perduto, ma rende la vita più bella, intensa, divertente, avventurosa, emozionante e degna di essere vissuta. Io comunque l'ho trovato un taglio molto carino e mi è piaciuto molto, nonostante la semplicità dell'ambientazione, della trama e della corolla di personaggi di questo film.
    Ma soprattutto, ho trovato Onward un cartone bellissimo, anche perché particolarmente "adulto" e audace nell'affrontare il tema dell'elaborazione di un lutto e di dinamiche famigliari, grazie ad una sensibilità particolare e una marcia in più rispetto ad altri film come Kubo e la spada magica e Big Hero 6. Il messaggio che lascia alla fine, la malinconia bruciante di fondo e il senso di vuoto del protagonista, pur stemperato da continue avventure leggere e ironiche, è qualcosa di molto intenso, reale. Dan Scanlon, tra l'altro, regista del film e co-autore della sceneggiatura, si è proprio ispirato ad un fatto di vita personale, la perdita del padre quando era ancora un bambino. E colpisce inoltre il fatto che in questo mondo fantasy ci sia un'irruzione dolorosa della realtà e della malattia che è quasi raggelante e spiazzante per un cartone animato. Il finale inoltre lascia quell'amarezza e incompletezza che ho trovato onesta quando si tratta un tema di questo genere, anche se si tratta di un cartone animato per bambini e famiglie, e soprattutto mi ha sorpresa, perché non ero sicurissima di dove il film sarebbe andato a parare, ma mi ha lasciata soddisfatta, rincuorata ed emozionata molto.
    Questo film poi è stupendo per come affronta il rapporto tra fratelli e chi ha un fratello o una sorella, con cui vada d'accordo o meno, non potrà non immedesimarsi e commuoversi di fronte a questo rapporto. I due personaggi sono diversissimi, apparentemente incompatibili, ma complementari e soprattutto uniti da un legame profondissimo che se all'inizio si nota poco, man mano diventa sempre più visibile, emozionante e imprescindibile.
    Ho trovato questo film anche un bellissimo racconto di crescita e formazione, soprattutto per quanto riguarda il fratello minore: la sua evoluzione all'interno di questo viaggio on the road è trattata con quella gradualità, sensibilità e accortezza che ti fanno tornare bambino, immedesimare e crescere con lui.
    Il mio personaggio preferito però è il fratellone: un casinista, pasticcione, disordinato e ingombrante, che è sia spalla comica, sia personaggio con un background drammatico, ammirevole per la capacità di essere un mentore disinteressato, di grandissimo incoraggiamento ed entusiasmo!
    Inoltre mi è piaciuto tantissimo che fosse un po' un ribelle, rockettaro, ma che invece di distruggere cose, cercasse di salvarle e rattopparle (la macchina che cade a pezzi, il monumento da salvare per cui si incatena) e poi una cosa legata al suo personaggio, che è la sua esaltazione per i giochi di ruolo :D Da giocatrice da qualche anno di giochi simil- Dungeons and Dragons, ho trovato adorabili le battute riferite a questo mondo nerd, tra cui il fatto di dover di procedere per livelli, e l'idea che il manuale di gioco, che solo per tradizione sembrava facesse riferimento ad un passato lontano, potesse davvero condurre la ricerca! Per non parlare del tipico "dungeon" della parte finale della missione, spaventoso e avvincente! C'è anche una simpatica citazione a Indiana Jones per chi è fan!
    Ho adorato poi un aspetto del carattere di Barley
    cioè che nonostante fosse un grande appassionato di storia e magia, quando scopre che la magia esiste, ma che lui è totalmente babbano privo di magia, mentre il fratellino che non ci crede affatto e la snobba, è in realtà sorprendentemente dotato, non abbia un briciolo di invidia o delusione, ma è sinceramente, orgogliosamente felice che una persona a cui vuole bene abbia questo dono

    Il mio secondo personaggio preferito è sicuramente La Manticora... mi ha divertito moltissimo e la parte nella tavola calda mi ha fatto impazzire! Anche questo ha fatto discutere perché stereotipato, ma sinceramente trovo le critiche un po' campate per aria. Anche la mamma era un gran bel personaggio ha un ruolo attivo e intraprendente e alleato dei figli che ho apprezzato molto e non si vede granché in un prodotto per adolescenti.
    Il fatto che il padre sia un personaggio quasi superfluo per la trama potrebbe aver e avrà fatto storcere il naso a qualcuno, io l'ho trovata una scelta con un suo perché, anche se non nascondo che avrei preferito che ci fossero durante il film migliori espedienti per comunicare. Peccato invece per il personaggio della poliziotta lesbica, di cui mi interessa relativamente, ma la Pixar aveva spinto su questo personaggio lgbt per dimostrare di essere inclusiva (o forse è solo una percezione mia, ma se ne è parlato molto per via del fatto che in alcuni Paesi il film ha subito una censura) e in realtà è un personaggio estremamente marginale con un'unica battuta che lo identifica come personaggio lgbt, anche abbastanza gratuita, quindi occasione sprecata.

    Insomma, un cartone che mi ha fatto vivere appieno la magia che cerco nei cartoni animati -sensazione amplificata anche dal fatto che tornavo nella sala di un cinema dopo tanti mesi!- e in cui mi sono molto identificata, ho trovato forse non così originale come altri Pixar, ma piacevolmente adulto, con un pizzico di coraggio che gli fa onore nel trattare un tema triste.

    Edited by ~alyps~ - 8/9/2020, 02:04
     
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